martedì 7 ottobre 2014

BASE SCOUT: L'ARTE DEL PRENDERSI CURA

L’ARTE DEL PRENDERSI CURA


   Dopo una lunga estate ricca di attività, ogni Centro Scout trova il tempo per rimettere tutto in ordine, far manutenzione, operare in modo che l’imminente inverno non danneggi le strutture. Ma è anche il tempo del valutare e del riprogettare. Ciò è essenziale per evitare che la curatela si riduca agli aspetti “materiali” del Centro Scout. A che serve, infatti, avere un Centro Scout perfetto e sicuro nelle strutture, ma privo di qualità  culturale ed educativa? Il Centro Scout, abbiamo sostenuto ciò sin dalla nascita della RETE dei CENTRI SCOUT ITALIANI, deve essere un “luogo significativo”.
   A proposito, mi sembra opportuno fare riferimento al pensiero di alcuni studiosi contemporanei,  Augé e Bauman, che hanno approfondito le tematiche relative ai “luoghi” e ai “non luoghi”. Un luogo antropologico, scrive Augé, “ è  allo stesso tempo un principio di senso per coloro che lo abitano e un principio di intelligibilità per colui che lo osserva. Essi hanno tre caratteristiche: identitari, relazionali e storici”. Bauman precisa che “un luogo è uno spazio relazionale identitario storico, cioè uno spazio in cui le relazioni sono sollecitate e sono parte integrante di questo luogo, i soggetti si riconoscono al suo interno e per questo è definito identitario e storico, perché i soggetti hanno una storia comune e si richiamano ad essa. Il non luogo è uno spazio privo delle espressioni simboliche di identità, relazioni e storia”.
   Le suddette caratteristiche dei “luoghi” possono essere utilizzate — in occasione dell’annuale verifica e riprogettazione - per rileggere la funzione del Centro Scout e per dare ad esso sempre maggiore significato, evitando di ridurlo in “non luogo”, cioè ambiente di transito, da consumare, che non lascia traccia.
   Il “prendersi cura” è un’arte  materiale e spirituale che non si può limitare a momenti eccezionali o rituali. E’, infatti,   una cultura, un modo di essere; è l’arte del quotidiano, manifestazione concreta di amore per le persone e per le cose. La capacità di prendersi cura testimonia la qualità di un Centro Scout.  “Dobbiamo educarci ad un’idea di eccellenza che scaturisce dalla capacità di amare, di prenderci cura degli altri”, sostiene la filosofa Jennifer Nedelsky.    
   Perciò, il “governo” di un Centro Scout, non si riduce ad un “tener le chiavi”, non è un fatto burocratico, ma è basato sull’arte di aver cura, sull’“I care!” che coinvolge un gruppo di “appassionati”. Non è un’arte che provoca chiusura, ma è testimonianza che  coinvolge e trascina. Perciò, ogni Centro Scout fa di tutto per essere “un luogo e uno spirito”, un luogo ricco di magia e di stimoli educativi, un luogo che lascia una traccia positiva in quanti vi operano e in coloro che  vi “transitano”.     
Giovanni Perrone
                                                                                           


Pubblicato in Notizie dalla RETE - Rete dei Centri Scout Italiani - ottobre 2014

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