venerdì 10 ottobre 2014

UN FUORISTRADA PER SAN FELICE

Festa al Centro Scout "Eremo di San Felice" in occasione della consegna di un fuoristrada Mitsubishi che favorirà il percorso del breve tratto di strada che collega la provinciale all'Eremo. Erano presenti i volontari del Centro, il presidente del GAL, i Sindaci e i Parroci della zona, il rappresentate dell'Azienda Foreste Demaniali.. Il dinamico Centro Scout promuove varie attività di educazione ambientale in interazione con le istituzioni del territorio.

www.amicidisanfelice.it

mercoledì 8 ottobre 2014

DA BASE A CJASA - Andreis: una Base scout che fa cultura.

Da Base a Cjasa
Le ragioni dei QUADERNI DELLA BASE

Se chiedete ad un andreano indicazioni per raggiungere i terreni “ì dal goç, in Bosplans” vi chiederà in risposta: “la cjasa dai scaut?”. Ecco, quella che per noi scout è la Base scout, per gli abitanti della valle è invece la Casa degli scout.
Base, riferito ad uno spazio fisico, è termine che indica un luogo da cui partire (Cape Canaveral per i viaggi spaziali), un luogo dove fermarsi temporaneamente (campo base nelle spedizioni alpinistiche) oppure uno spazio “logistico” dove depositare roba. La Base è un luogo con funzione strumentale (serve a fare qualcosa in un determinato momento).
Casa, invece, indica un luogo di appartenenza, di relazione, di ospitalità, di generatività, di familiarità, di ozio e stanzialità, di vite e di morti. E, come tale, luogo con funzione identitaria. Culturale e sociale.
Quando proponiamo il gioco scout ad Andreis perché è più vicino ed economico oppure perché c’è Ezio che fa tutto, e, da qualche stagione, c’è anche il riscaldamento, “ì dal goç” non è ancora la casa di noi Scout ma solo una comoda base per attività che potremmo fare altrove. Poco contano nella scelta dei luoghi dove fare scoutismo la storia, la cultura, l’ambiente, le persone di quel luogo. Insomma, “sfruttiamo” poco le risorse che un territorio può offrire all’educazione, spesso perché quel territorio non lo conosciamo.
Per questo motivo è nata, nella ricorrenza dei primi vent'anni della Base scout, l’idea dei QUADERNI DELLA BASE, strumenti per far conoscere le risorse educative del territorio di Andreis e della Val Cellina.
Le pubblicazioni sono pensate, scritte ed illustrate da scout ed amici degli scout. La linea editoriale prevede tre tipologie di Quaderno:
Collana rivolta ai ragazzi per incuriosirli su quello che li circonda, per invitarli a scoprire le meraviglie della natura e dell’ambiente, in particolare quella che si trovano davanti agli occhi, sotto i piedi, nelle orecchie… quando camminano, giocano ed esplorano i luoghi vicino alla Base e non solo.
Collana rivolta ai Capi scout per dare loro strumenti per svolgere meglio l’attività educativa scout quando questa si svolge nei territori della Base, con particolare riferimento alla conoscenza della Val Cellina: ambiente, natura, storia, cultura e geografia.
Collana rivolta a tutti, che raccoglie gli atti dei convegni che con frequenza annuale sono organizzati presso la Base. Questi quaderni raccolgono le idee e le esperienze dei relatori chiamati a portare il loro contributo alla crescita della cultura educativa e delle Terre Alte;

Nel giugno del 2012 sono stati presentati i numeri due di ciascuna collana; la redazione dei QUADERNI è già all’opera per i numeri tre che usciranno nei mesi di maggio e giugno 2013 (festa del Tai del fèn nell’ultimo weekend di maggio) ed è felice di dare la possibilità a qualcun altro di collaborare alla loro progettazione e scrittura.
Ci piacerebbe che uno scout, dopo aver consultato un QUADERNO e aver fatto un’Uscita in Base ad Andreis, tornasse nel proprio Gruppo con la nostalgia della nostra Casa di montagna. Dove tornare, prendendosene cura e, magari, aiutando a renderla migliore.

Dino del SAVIO

Coordinatore redazione QUADERNI DELLA BASE

martedì 7 ottobre 2014

BASE SCOUT: L'ARTE DEL PRENDERSI CURA

L’ARTE DEL PRENDERSI CURA


   Dopo una lunga estate ricca di attività, ogni Centro Scout trova il tempo per rimettere tutto in ordine, far manutenzione, operare in modo che l’imminente inverno non danneggi le strutture. Ma è anche il tempo del valutare e del riprogettare. Ciò è essenziale per evitare che la curatela si riduca agli aspetti “materiali” del Centro Scout. A che serve, infatti, avere un Centro Scout perfetto e sicuro nelle strutture, ma privo di qualità  culturale ed educativa? Il Centro Scout, abbiamo sostenuto ciò sin dalla nascita della RETE dei CENTRI SCOUT ITALIANI, deve essere un “luogo significativo”.
   A proposito, mi sembra opportuno fare riferimento al pensiero di alcuni studiosi contemporanei,  Augé e Bauman, che hanno approfondito le tematiche relative ai “luoghi” e ai “non luoghi”. Un luogo antropologico, scrive Augé, “ è  allo stesso tempo un principio di senso per coloro che lo abitano e un principio di intelligibilità per colui che lo osserva. Essi hanno tre caratteristiche: identitari, relazionali e storici”. Bauman precisa che “un luogo è uno spazio relazionale identitario storico, cioè uno spazio in cui le relazioni sono sollecitate e sono parte integrante di questo luogo, i soggetti si riconoscono al suo interno e per questo è definito identitario e storico, perché i soggetti hanno una storia comune e si richiamano ad essa. Il non luogo è uno spazio privo delle espressioni simboliche di identità, relazioni e storia”.
   Le suddette caratteristiche dei “luoghi” possono essere utilizzate — in occasione dell’annuale verifica e riprogettazione - per rileggere la funzione del Centro Scout e per dare ad esso sempre maggiore significato, evitando di ridurlo in “non luogo”, cioè ambiente di transito, da consumare, che non lascia traccia.
   Il “prendersi cura” è un’arte  materiale e spirituale che non si può limitare a momenti eccezionali o rituali. E’, infatti,   una cultura, un modo di essere; è l’arte del quotidiano, manifestazione concreta di amore per le persone e per le cose. La capacità di prendersi cura testimonia la qualità di un Centro Scout.  “Dobbiamo educarci ad un’idea di eccellenza che scaturisce dalla capacità di amare, di prenderci cura degli altri”, sostiene la filosofa Jennifer Nedelsky.    
   Perciò, il “governo” di un Centro Scout, non si riduce ad un “tener le chiavi”, non è un fatto burocratico, ma è basato sull’arte di aver cura, sull’“I care!” che coinvolge un gruppo di “appassionati”. Non è un’arte che provoca chiusura, ma è testimonianza che  coinvolge e trascina. Perciò, ogni Centro Scout fa di tutto per essere “un luogo e uno spirito”, un luogo ricco di magia e di stimoli educativi, un luogo che lascia una traccia positiva in quanti vi operano e in coloro che  vi “transitano”.     
Giovanni Perrone
                                                                                           


Pubblicato in Notizie dalla RETE - Rete dei Centri Scout Italiani - ottobre 2014

giovedì 2 ottobre 2014

UN ANGELO PER AMICO

Non ribellarti! Ascolta i consigli del tuo Angelo custode"
Nella festa dei Santi Angeli Custodi, il Papa ricorda questo "compagno di viaggio" che non è frutto di una "dottrina fantasiosa", ma una presenza reale che Dio ci ha posto accanto per non sbagliare
di Salvatore Cernuzio


Non è una favoletta per bambini l’angelo custode: lui esiste, è una persona reale, un compagno che Dio ci ha posto accanto nel cammino della nostra vita. Nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria dei Santi Angeli Custodi, Papa Francesco a Santa Marta richiama l’attenzione su questa bella figura che la tradizione della Chiesa presenta come colui che ci custodisce, ci illumina e ci governa.
Se uno di noi credesse di poter camminare da solo, sbaglierebbe tanto”, sottolinea infatti il Papa; Dio ci ha messo a fianco questo essere celestiale per farci sentire ancor più vicina la Sua presenza. E qualora uno si sentisse autosufficiente - avverte Bergoglio - cadrebbe “in quello sbaglio tanto brutto che è la superbia: credere di essere grande”.
Invece Gesù - e le letture del giorno lo rimarcano - insegna agli apostoli ad essere come i bambini. I discepoli, infatti, erano tutti presi da una disputa interna su chi fosse il più grande tra loro. “Eh, il carrierismo, eh?”, sospira Papa Francesco e osserva: “Questi che sono i primi vescovi, avevano questa tentazione del carrierismo. ‘Eh, io voglio diventare più grande di te …’. Non è un buon esempio che i primi vescovi facciano questo, ma è la realtà”.
Gesù spiega allora ai suoi apostoli quale sia il vero atteggiamento da seguire: quello dei bambini. Ovvero: “la docilità, il bisogno di consiglio, il bisogno di aiuto, perché il bambino è proprio il segno del bisogno di aiuto, di docilità per andare avanti…”. Più si è vicini all’atteggiamento di un bambino, più ci si avvicina “alla contemplazione del Padre”, rimarca il Santo Padre. 
Il primo passo per farsi bambini è proprio ascoltare con cuore aperto l’Angelo custode. Lui, come insegna la Chiesa, “ci fa sentire le cose”: “Quante volte – dice il Papa - abbiamo sentito: ‘Ma … questo … dovrei fare così, questo non va, stai attento’. Tante volte! È la voce di questo nostro compagno di viaggio”.
Allora dobbiamo stare sereni e “non ribellarci”, certi “che lui ci porterà alla fine della nostra vita con i suoi consigli”. La ribellione, infatti – ribadisce il Pontefice - “la voglia di essere indipendente, è una cosa che tutti noi abbiamo; è la superbia, quella che ha avuto il nostro padre Adamo nel Paradiso terrestre: la stessa”.
“Non ribellarti”, insiste ancora Bergoglio, “segui i consigli” del tuo Angelo custode. Perché quando non vogliamo ascoltare la sua voce, è come dirgli: “Ma, vai via!”. E attenzione a cacciare via il compagno di cammino. “È pericoloso”, ammonisce il Santo Padre, perché “nessun uomo, nessuna donna può consigliare se stesso”. Semmai puoi consigliare un altro, ma non te stesso.
Soprattutto “nessuno cammina da solo e nessuno di noi può pensare che è solo”. “C’è lo Spirito Santo che mi consiglia, c’è l’angelo che mi consiglia”, rassicura il Papa. E questa è la realtà, non una “dottrina sugli angeli un po’ fantasiosa”. Gesù stesso disse: “Io mando un angelo davanti a te per custodirti, per accompagnarti nel cammino, perché non sbagli”.
Con questa consapevolezza, allora, è bene porsi oggi alcune domande: “Com’è il rapporto con il mio angelo custode? Lo ascolto? Gli dico buongiorno, al mattino? Gli dico: ‘Custodiscimi durante il sonno?’. Parlo con lui? Gli chiedo consiglio?”.
Domande importanti da porsi – conclude Francesco – per aver ben chiaro quanto sia reciproco il legame “con quest’angelo che il Signore ha mandato per custodirmi e accompagnarmi nel cammino, e che vede sempre la faccia del Padre che è nei cieli”.

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