sabato 31 dicembre 2011

EDUCARE ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE


EDUCARE I GIOVANI ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE, UN COMUNE IMPEGNO
Il messaggio di Benedetto XVI in occasione dalla XVI Giornata Mondiale per la Pace, celebratasi, come tradizione, il primo gennaio, ha una chiara prospettiva educativa. Coinvolge tutti, ma in particolare, coloro che in vario modo, hanno responsabilità nell’ambito educativo. E’ un messaggio che manifesta profonda fiducia nei giovani “nella convinzione che essi, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo” e, pertanto, richiama l’esigenza di prestare adeguata attenzione alla realtà giovanile: “Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare, non è solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la società, per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace”. Si tratta, infatti “di comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del Bene. E’un compito questo, in cui tutti siamo impegnati in prima persona”.
Non intendo riassumere il documento, che è ricco anche di stimoli operativi, ma evidenziare alcuni aspetti che potranno essere opportunamente approfonditi grazie ad un’attenta lettura del Messaggio, da svolgere in particolare nei luoghi istituzionalmente chiamati ad educare (famiglia, scuola, parrocchia, associazioni ecc.) per trarne spunti di discussione e riflessione e strategie progettuali.
Il processo educativo viene visto come “l’avventura più affascinante e difficile della vita”. Perciò, “sono necessari autentici testimoni, e non meri dispensatori di regole e informazioni, testimoni che sappiano vedere più lontano degli altri, perché la loro vita abbraccia spazi più ampi”. E’ bella questa visione degli educatori come persone autentiche, dinamiche, lungimiranti, aperte alla vita e al mondo!
È richiamata la responsabilità della famiglia, “prima scuola ove si viene educati alla giustizia e alla pace”, comunità ove “i figli apprendono i valori umani e cristiani che consentono una convivenza costruttiva e pacifica, ove essi imparano la solidarietà tra le generazioni, il rispetto delle regole, il perdono e l’accoglienza dell’altro”.
Per quanto riguarda i responsabili delle istituzioni educative, il Papa li invita ad essere vigili: “veglino con grande senso di responsabilità affinché la dignità di ogni persona sia rispettata e valorizzata in ogni circostanza. Abbiano cura che ogni giovane possa scoprire la propria vocazione, accompagnandolo nel far fruttificare i doni che il Signore gli ha accordato”. Vigilanza, orientamento, accompagnamento e promozione sono aspetti essenziali del cammino educativo! E’ quanto mai opportuno ed attuale evidenziare questa profonda interrelazione tra la dignità umana, l’impegno per la piena realizzazione della persona e la giustizia e la pace.
Particolare attenzione è richiesta anche ai luoghi dell’educazione, spazi vivi e vivificanti ove ogni giovane possa maturare pienamente: “luogo di apertura al trascendente e agli altri, luogo di dialogo, di coesione e di ascolto, in cui il giovane si senta valorizzato nelle proprie potenzialità e ricchezze interiori, e impari ad apprezzare i fratelli”. Un ambiente che “insegni a gustare la gioia che scaturisce dal vivere giorno per giorno la carità e la compassione verso il prossimo e del partecipare attivamente alla costruzione di una società più umana e fraterna”. Ai politici viene richiesto di “aiutare concretamente le famiglie e le istituzioni educative ad esercitare il loro diritto-dovere di educare”. Anche i mezzi di comunicazione sono richiamati al senso di responsabilità perché sia valorizzata la dimensione educativa della loro attività.
Non viene sottaciuto il protagonismo dei giovani, invitati alla coerenza, per “avere il coraggio di vivere prima di tutto essi stessi ciò che chiedono a coloro che li circondano” e “la forza di fare un uso buono e consapevole della libertà”.
Benedetto XVI mette in risalto alcuni aspetti e percorsi specifici dell’educazione alla giustizia e alla pace. Anzitutto la centralità del retto uso della libertà nella promozione della giustizia e della pace “che richiedono il rispetto per se stessi e per l’altro, anche se lontano dal proprio modo di essere e di vivere. Da tale atteggiamento scaturiscono gli elementi senza i quali pace e giustizia rimangono parole prive di contenuto: la fiducia reciproca, la capacità di tessere un dialogo costruttivo, la possibilità del perdono, la carità reciproca, come pure la disponibilità al sacrificio”.
Per quanto riguarda la specifica educazione alla giustizia, il Papa sostiene la necessità di non separare il concetto di giustizia dalle sue radici trascendenti. Essa, infatti, è strettamente connessa alla visione integrale dell’uomo ed interagisce con la solidarietà e l’amore. “La città dell’uomo non è promossa solo da rapporti di diritti e di doveri, ma ancor più e ancor prima da relazioni di gratuità, di misericordia e di comunione”.
Frutto della giustizia ed effetto della carità è la pace. Essa è anzitutto dono di Dio, ma va costruita nella quotidianità; è una meta alla quale tutti e ciascuno dobbiamo aspirare. A proposito, i giovani vengono invitati a praticare assiduamente la fratellanza e “ad avere la pazienza e la tenacia di ricercare la giustizia e la pace, di coltivare il gusto per ciò che è giusto e vero, anche quando ciò può comportare sacrificio e andare controcorrente”. In tal senso gli adulti debbono saper essere testimoni veri testimoni di dialogo e cooperazione.
Infine, il pressante invito ad alzare gli occhi a Dio: “Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, garante della nostra libertà e di ciò che è veramente buono e vero”.
Il messaggio pontificio chiude con un appello ai giovani, “dono prezioso per la società” perché non si scoraggino e non si abbandonino a facili soluzioni, perché non abbiano timore “di impegnarsi, di affrontare la fatica e il sacrificio, di scegliere le vie che richiedono fedeltà e costanza, umiltà e dedizione. Vivete con fiducia la vostra giovinezza – afferma il Papa - Vivete quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di amore vero! Vivete intensamente questa stagione della vita così ricca e piena di entusiasmo”. Nel contempo gli adulti siamo chiamati a cooperare, con fiducia vero il futuro e verso le giovani generazioni, “per dare al nostro mondo un volto più umano e fraterno”, responsabilmente uniti nell’ “educare i giovani alla giustizia e alla pace”.

Giovanni Perrone

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sabato 24 dicembre 2011

SVEGLIA, E' NATALE!


Svegliati o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà”. (Ef  5,14) 
Questo invito di San Paolo risuona in tutto il tempo dell’Avvento, tempo di preparazione al Natale, ma anche tempo di riflessione profonda sul senso della nostra vita che, in attesa dell’ultima venuta di Cristo alla fine dei tempi, è chiamata ad assumere alcuni atteggiamenti fondamentali in attesa del proprio Salvatore.
Tra questi atteggiamenti la vigilanza del cuore assume una particolare importanza. Non si tratta di stare attenti soltanto a quanto accade attorno a noi, nel mondo, nella nostra famiglia, durante le nostre giornate, ma piuttosto di una attenzione del cuore, una vigilanza su quei movimenti del nostra interiorità dove si gioca l’autenticità del nostro rapporto con Dio. 
Svegliati o tu che dormi!  È l’invito rivolto a me, a te, ad ogni uomo chiamato a risorgere dall’appiattimento della propria quotidianità, spesso segnata dalla sofferenza, dallo scoraggiamento, dal buio del non senso dovuto alla perdita dei valori e dalla mancanza di punti di riferimento.
 …e Cristo ti illuminerà. Questo è il vero Natale, l’accoglienza di una persona: Gesù Cristo, una presenza importante e significativa per ognuno di noi. Un Bambino che nasce a Betlemme, avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. Un bambino indifeso dove si nasconde l’onnipotenza di Dio che ancora una volta visita il suo popolo nella sua grande bontà e misericordia.
Andiamogli incontro, non perdiamo questa occasione, accogliamolo nel nostro cuore per risvegliarci a vita nuova.

                      Auguri di un santo Natale.

venerdì 16 dicembre 2011

IL CONVEGNO SPECIALIZZAZIONI 2011


SEGNI DI QUALITA’ AL CONVEGNO NAZIONALE DEL SETTORE
Come ogni anno il Settore Specializzazioni ha realizzato, dal 25 al 27 novembre nei pressi di Piacenza, il Convegno nazionale per i componenti gli staff che operano nelle 12 Basi nazionali. Noi della Base di Marineo abbiamo partecipato in quindici persone. Nell’Indaba, tenutosi a Colico nel 2009, ci si siamo dati l’obiettivo di verificare i “passi di qualità” perché la proposta del Settore sia sempre, in ogni base e in ogni evento di alto livello.
Il confronto dei “passi e degli elementi di qualità” tra i vari staff (avvenuto il sabato mattina) ha messo in evidenza che ogni Base Scout, in ogni evento, sia esso per E/G, R/S o Capi sta facendo e fa continui passi avanti per migliorare. Passi di qualità verso le tecniche, passi di qualità verso efficaci modelli educativi, passi di qualità nella gestione dei campi e nelle relazioni. Tutto condito dalla passione e dalla competenza di capi, giovani e non, che in oltre quarant’anni di vita del Settore hanno contribuito alla sua crescita. Una parte del sabato è stata dedicata alla mostra di lavori e sussidi realizzati nei campi (anche noi abbiamo allestito uno stand con foto e materiali vari, illustrati dai master della Base). Un forte momento di spiritualità è stato vissuto il sabato sera.
La domenica l’intervento della presidente nazionale dell’AGESCI, Marilina La Forgia, ha messo in risalto “i passi di qualità” che caratterizzano e caratterizzeranno il progetto dell’AGESCI. Sono passi basati sull’impegno educativo e sulla speranza. La democrazia interna, l’azione delle Branche e dei Settori, la corresponsabilità, sono elementi di qualità che dobbiamo tutelare e valorizzare. Le giovani generazioni ci interpellano, ha detto, e dobbiamo sapere rispondere alle varie sfide, essere portatori di speranza, testimoni di impegno cristiano e civico. Qualità ed impegno profetico sono i punti forti del progetto associativo. Una qualità indiscussa che ci aiuti a rimetterci in discussione per trovare vie nuove. Una dimensione profetica che ci aiuti a comprendere il presente, ci sveli il senso profondo dell’oggi e ci orienti verso il domani. Siamo, infatti, chiamati ad essere profeti e sentinelle di positività. In quest’ottica è rilevante l’opera dei Settori che, con il loro qualificato impegno, si fanno garanti del patrimonio associativo.
E’ seguito l’intervento degli Incaricati nazionali EG. Hanno illustrato il lavoro che si sta svolgendo in Branca e i primi risultati dell’impresa nazionale “Coloriamo l’Italia di imprese”. Nel ringraziare il Settore e le varie Basi per il buon lavoro che svolgono, ci hanno invitato a trovare delle proficue interazioni coi campi regionali di specialità, anche al fine di migliorare sempre più la qualità dei capi e la loro competenza tecnica e metodologica; a riflettere sul modo più opportuno per promuovere e valorizzare i “maestri di specialità”; ad ampliare l’offerta del Settore al fine di favorire una maggiore partecipazione di ragazzi ai campi.
A conclusione del Convegno il Settore ha salutato Silvia Bontempi, che ha concluso il servizio come incaricata nazionale e ha dato il benvenuto alla nuova incaricata, Simona Marini. L’incaricato nazionale, Amedeo Borricelli, nel far sintesi dei lavori, ha invitato tutti a proseguire la riflessione negli incontri degli staff che saranno tenuti nelle varie Basi in primavera.
Come sempre gli staff della Sicilia hanno dato il loro contributo con un buon numero di capi presenti e con una buona qualità di interventi. Ritorniamo dal convegno convinti che si può dare sempre di più, e che nell’indispensabile confronto con tutti, si può camminare verso una direzione unica per un migliore servizio allo Scautismo e ai ragazzi.
Le riflessioni del Convegno saranno riprese all’incontro degli staff di base che avrà luogo il 3-4 marzo alla Massariotta.
Giovanni Vassallo