giovedì 31 luglio 2014

CORAGGIOSI TESTIMONI DEL BUONO, DEL BELLO, DEL VERO


Buona strada a tutte le scolte e a tutti i rovers, un particolare saluto a coloro che sono stati alla Massariotta, nei vari campi di competenza, ed ora sono in partenza per la Route.
Il Signore vi colmi di ogni benedizione e vi renda coraggiosi testimoni del buono, del bello, del vero.

OLTRE 30 MILA SCOLTE E ROVERS IN MARCIA VERSO SAN ROSSORE - I servizi di TV2000


IN PARTENZA PER LA ROUTE NAZIONALE
"BUONA STRADA, FRATELLI!
IL VOSTRO CORAGGIO TRACCI SENTIERI DI                                                                         GIUSTIZIA E DI PACE!
Il diario a piedi degli scout su Tv2000
Dal 1° al 5 agosto in diretta dalla marcia che condurrà gli scout dell'Agesci verso il raduno nazionale di San Rossore
- In strada accanto agli scout che da ogni angolo d’Italia si metteranno in cammino per raggiungere il campo di San Rossore. Tv2000 lo farà dal 1° al 5 agosto per raccontare le storie e le emozioni vissute dei ragazzi che parteciperanno alla Route nazionale dell’Agesci. 
Le immagini raccolte da Tv2000 lungo gli itinerari che, da nord a sud, porteranno in Toscana circa 30 mila scout verranno mandate in onda, ogni giorno, in uno spazio appositamente dedicato all’evento.
I ragazzi che parteciperanno alla Route potranno raccontare tappa dopo tappa l’esperienza del cammino utilizzando la casella di posta elettronica onewayroute@tv2000.it; impressioni, emozioni, pensieri e commenti potranno inoltre essere condivisi in tempo reale sulla pagina Facebook ufficiale di Tv2000.
Gli spunti ricevuti e le immagini dei momenti più belli della Route, dei paesaggi attraversati, dei volti incontrati lungo il cammino diventeranno, con la regia di Andrea Salvadore, un docufilm che Tv2000 manderà in onda a settembre. Sempre in autunno l’emittente proporrà un documentario di Maria Martinelli che, seguendo da vicino alcuni scout, racconterà la preparazione alla Route e quel susseguirsi di paure, aspirazioni e speranze che li accompagnerà lungo il tragitto fino al campo di San Rossore.
Tv2000 resterà tra gli scout anche nei giorni di San Rossore (6 - 10 agosto), il campo che accoglierà in un unico raduno i gruppi provenienti dalle diverse regioni.
Tre sono gli eventi che l’emittente trasmetterà dalla “città delle tende”: giovedì 7 agosto alle 21.00, in differita, la cerimonia inaugurale; sabato 9 agosto, in prima serata, diretta di “Battiti di coraggio”, serata condotta da Federico Taddia con musica, racconti e testimonianze dedicate al tema del coraggio di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo; domenica 10 agosto, alle 9.00, celebrazione in diretta della Santa Messa e cerimonia di chiusura del campo.

lunedì 21 luglio 2014

CI VUOL FORZA O CORAGGIO?

Dalla forza del leone al coraggio di avere paura
Conoscete questo gioco? E se mio nonno fosse un albero? Che tipo di albero sarebbe? Una quercia? Un pioppo? E se la forza fosse un animale? Che animale sarebbe? Troviamo la risposta nell’arte: quando si vuole dare una figura alla forza la si rappresenta nelle fattezze di un leone. A Venezia, per esempio, troviamo figure di leoni dappertutto: scolpite in statue, intagliate in rilievi, dipinte su tele e affreschi. Il leone è il re degli animali, quasi il “Giove degli animali”, così potente con le le sue zanne e i suoi artigli che quasi tutte le fiere lo temono e lo fuggono.
Troviamo un leone nel Nuovo Testamento. Nella sua prima lettera San Pietro ci mette in guardia contro le insidie demoniache con queste parole: “Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede” (1 Pietro 5, 8-9). Il leone è simbolo di forza ma anche simbolo del male e persino del demonio.. E San Pietro ci incoraggia affermando che è possibile combatterlo con “la forza della fede”.
Osserviamo un altro simbolo, questa volta un modello pagano, si tratta della carta di un Tarocco che rappresenta la Forza: mostra una donna che doma un leone trattenendolo per le fauci, aprendogli da dietro la grande gola. Questo simbolo del coraggio e della forza, associata a un principio femminile, ci indica che è dalla padronanza di se stessa e dal controllo delle proprie energie che si può attingere la vera forza.
E infine un terzo esempio tratto dalla letteratura francese; si tratta dei Dialoghi delle Carmelitane, l’unica opera teatrale dello scrittore Georges Bernanos. La storia è ambientata agli albori della rivoluzione francese. La protagonista è Blanche de la Force, (della Forza, in italiano) una giovane aristocratica, segnata fin dalla nascita da un profondo senso di paura, e che decide di rifugiarsi sul Carmelo.
Ma il monastero non sarà per lei un rifugio, al contrario: le lotte dei rivoluzionari agiscono in lei come una sorta di meccanismo rivelatore e le fanno attraversare e vincere la sua paura. Divenuta novizia, Blanche de la Force vive gli ultimi giorni della sua comunità: quando un drappello di rivoluzionari irrompe nel convento, Blanche riesce a fuggire. Gli ordini religiosi sono soppressi e le religiose condannate a morte. Cosa che porta Blanche de la Force a dire tra sé e sé: “Chi non è mai stato preso da questa paura, questo terrore che sonnecchia latente nel più profondo dell’essere?”.
Sola e abbandonata, Blanche de La Force si ritrova sulla piazza della Rivoluzione, lei, che era stata giudicata da tutte come un tipo pauroso, una donna fragile e debole. Quando Blanche de la Force vede le sue consorelle salire al patibolo, improvvisamente si fa avanti per unirsi a loro sul luogo del supplizio, intonando con voce chiara e risoluta il Veni Creator: “Gloria al Padre, al Figlio resuscitato dai morti, allo Spirito Consolatore, ora e nei secoli dei secoli”.
Dalla paura alla forza, dalla forza alla paura, si può dire che questo è l’argomento centrale dell’opera. Georges Bernanos aveva infatti scritto come epigrafe all’inizio del componimento: “Sotto un certo aspetto, vedete, anche la paura è figlia di Dio, riscattata la notte del Venerdì Santo. Non è bella a vedersi, no! […]. Si trova al capezzale di ogni agonia, la paura intercede per l’uomo”.
Questi tre esempi ci mostrano la complessità di questa energia vitale. Esiste, per così dire, la forza allo stato “bruto” e selvaggio, e la forza allo stato “delicato” e purificato. La posta in gioco di tutta una vita sarà l’iniziazione a questo passaggio: il passaggio dalla violenza non dominata e distruttrice che ci abita, alla forza controllata e domata, che diviene fonte di energia creativa, per vivere e nascere alla vita di lassù. .........

 continua: IL DONO DELLA FORTEZZA

domenica 20 luglio 2014

NON C'E' FUTURO SENZA MEMORIA

 Papa Francesco: "Speranza e futuro presuppongono memoria. La memoria dei nostri anziani è il sostegno per andare avanti nel cammino. Il futuro della società, e in concreto della società italiana, è radicato negli anziani e nei giovani: questi, perché hanno la forza e l’età per portare avanti la storia; quelli, perché sono la memoria viva. Un popolo che non si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa".
                                                       
  (12 settembre 2013 Settimana Sociale dei cattolici)


"Senza memoria non c'è futuro. Lo sguardo anziché sollevarsi s'inchina sino a terra. S'incolla in un presente impoverito, svuotato di senso. Senza memoria anche il presente ci sfugge" L. M.

"La prima ansiosa cura dei "colonizzatori" è di estirpare le radici, distruggere la memoria, perché possano considerarsi i veri costruttori e dare la loro impronta ad un futuro che s'illudono di poter costruire. Quel che importa loro è distruggere per cambiare e per far comprendere a tutti che ormai i padroni sono loro. Perciò rifiutano il dialogo e la cooperazione. Per loro la memoria è un fastidioso fantasma da fare svanire al più presto, perché essa turba i loro sonni e li fa sentire impotenti.
 Stolti, quel che costruiranno con amore passeggero ed arrogante, svanirà ben presto. Resteranno i danni arrecati e al posto di un'antica florida foresta resterà il deserto abbandonato, al posto dei fiori estirpati nasceranno spinosi ed invadenti rovi".  PG 

"La memoria è frutto  dell'esercizio di sapienza e saggezza, perciò feconda il futuro. L'arroganza rende sterile il futuro, non riuscendo a trovar nuova linfa per nuove fronde ben radicate in forti ed antiche radici". QP

La memoria non può essere un impegno astratto svuotato di significato attuale; pensare alla memoria solo come ricordo  sarebbe un enorme sbaglio. La memoria deve esser un insegnamento che va rinnovato costantemente di giorno in giorno per la sua valenza culturale ed educativa.  Adam Smulevich

La nostra felicità non dipende soltanto dalle gioie attuali ma anche dalle nostre speranze e dai nostri ricordi. Il presente si arricchisce del passato e del futuro.                                                                                                                          Emilie du Chatelet

                                                                                                                    E. Roosevelt





                                              

mercoledì 9 luglio 2014

L'ARTE DEL TRAPPEUR

CAMPO NAZIONALE DI COMPETENZA 
SULLE TECNICHE DEL TRAPPEUR
4-8 luglio 2014

42 guide e scout provenienti da:
Castelvetrano, Sciacca , Trabia , Cattolica Eraclea, Lenitini , Priolo , Sciacca , Marsala , Oristano , Gela , Scafati , Partanna , Favara , S. Agata Mil. , Belpasso , Campobello di Mazara , Carini , Valguarnera , S. Giovanni La Punta , Catania , Staranzano,

lunedì 7 luglio 2014

ASSAPORA GLI ATTIMI DELLA TUA VITA, NON BRUCIARLI!

La bellezza di una vita che assapora gli attimi
Non lasciamoci travolgere dalla tentazione di consumare tutto troppo rapidamente!
di Carlo Climati


 Capita sempre più spesso di vedere film in cui gli esseri umani si riducono al livello delle bestie. Una classica scena è quella di due persone che si incontrano e vanno a cena insieme. Al termine della serata, lui accompagna lei a casa. Lei lo invita a salire, con la scusa di bere qualcosa. Da quel momento in poi, scatta la disumanizzazione. Pochi secondi dopo, i due personaggi hanno già perso il lume della ragione. Non parlano più. Si tolgono i vestiti in modo frenetico e “fanno sesso”, come sentiamo dire spesso in televisione.
L’espressione “fare sesso” è la più pura e spoetizzante manifestazione del vuoto di certe immagini, in cui gli esseri umani si comportano come animali. Si sono conosciuti poche ore prima, ma non possono fare a meno di bruciare la loro vita in pochi secondi.
Certi film rispecchiano la realtà di oggi. Uno dei segnali più preoccupanti della nostra epoca è la tendenza a consumare, bruciare, polverizzare ogni cosa troppo rapidamente. I risultati di questo stile di vita “usa e getta” sono sotto gli occhi di tutti. Se un matrimonio fallisce, c’è il divorzio breve. Se si scopre una gravidanza indesiderata, c’è l’aborto. Se qualcuno sta molto male, c'è l'eutanasia.
L’importante è liberarsi al più presto di tutto ciò che rischia di ostacolare la propria illusoria “felicità”. Ma si può essere davvero felici dopo aver distrutto un matrimonio o soppresso una vita umana?
Secondo certe persone, anche la Chiesa cattolica dovrebbe adeguarsi alla mentalità “usa e getta” dei nostri tempi e tollerare qualunque forma di arrogante materialismo. Si pretende di dare, ad ogni costo, una benedizione a stili di vita come le convivenze, i rapporti contro-natura, l'aborto, l’eutanasia, il divorzio, il commercio dei bambini con l’utero in affitto.
Tutti, ovviamente, possono sbagliare. Dio è sempre pronto a perdonarci. Ma solo quando siamo sinceramente pentiti dei nostri errori. Oggi, purtroppo, accade esattamente il contrario. Trionfa la superbia di chi vorrebbe cambiare la dottrina della Chiesa, per accontentare qualunque tipo di capriccio. Invece di dire “Signore, perdonami, ho sbagliato”, si preferisce dire: “E’ la Chiesa che sbaglia. La Chiesa deve cambiare e adeguarsi ai tempi”.
Eppure è così evidente che certi stili di vita non possono essere tollerati, se si vuole veramente bene alle persone. Se un medico non informa il paziente della sua malattia, compie un vero e proprio delitto. La stessa cosa accade se un sacerdote non dice con chiarezza alla gente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Proviamo a fare un esempio. Se una coppia di giovani convive senza sposarsi, il sacerdote non può dire: “Benissimo. Continuate così. Venite pure in chiesa a fare la comunione”.
Al contrario, dovrebbe dire loro: “Dio vi ama. Dio vi cerca. Perché bruciare così la vostra vita? Fate uno sforzo per capire che l’amore non è un prestito. L’amore è un dono che deve saper guardare verso l’infinito”.
Ma c'è anche un altro segnale d'allarme, che dovrebbe farci riflettere. Nella grande corsa al consumo del mondo di oggi, il corpo umano sembra essere diventato “merce”. Come un qualsiasi prodotto, viene esposto facilmente “in vetrina” ed offerto agli sguardi delle persone.
La dittatura del consumo sta travolgendo il nostro corpo, sacrificato in fretta sui nuovi altari dell’apparenza. Per pensare di esistere, e credere di essere qualcuno, diventa sempre più necessario mostrarsi, esibirsi, apparire in modo provocatorio ed estremo.
Pensiamo a ciò che accade in alcune discoteche. Sui cubi si esibiscono persone ridotte ad una banale dimensione di “corpo da guardare”. Non sono più esseri umani, ma soltanto belle statue in movimento, immerse in una musica assordante, che impedisce qualunque tipo di comunicazione.
Non a caso, una delle droghe più diffuse in alcuni locali da ballo si chiama “ecstasy”. E’ un nome simbolico, che svela il degrado di certi ambienti. La parola “estasi”, nel suo significato originale, indica lo stato di astrazione dell’anima dalle realtà terrene, verso la contemplazione di cose divine. In certe discoteche, invece, accade l’esatto contrario. Si vive una dimensione di “estasi rovesciata”, in cui il corpo ha il sopravvento sull’anima. Viene immediatamente mercificato, esposto, banalizzato, svuotato della sua natura umana e spirituale.
Per combattere questa tendenza è necessario recuperare un’autentica cultura del limite, che deve essere alla base di ogni civiltà. Non bisogna inseguire i falsi modelli dei film, in cui le persone diventano bestie. Dobbiamo, invece, recuperare la consapevolezza di avere un’anima, un cuore che batte dentro di noi.
Non buttiamo via la nostra vita! Rallentiamo! Aspettiamo! Assaporiamo ogni attimo della nostra esistenza, invece di bruciarlo! Invece di cercare ad ogni costo il mito della bestialità e dell’apparenza, facciamo uno sforzo per valorizzare la nostra natura umana, rifiutando la non-cultura di chi vorrebbe trasformarci in animali o in merce da esposizione!   

www.zenit.org - 4-7-2014