lunedì 25 marzo 2013

INCONTRO DEGLI STAFF DELLA MASSARIOTTA



AGESCI - SETTORE SPECIALIZZAZIONI
Base "Massariotta" - Marineo
Incontro di Base 2013
per gli staff del Settore
e per l'Associazione degli Amici della Massariotta
Palermo, 6-7 aprile 2013

Programma

Sabato 6 aprile
Ore 10,00            Accoglienza
Ore 10,30            Inizio lavori – Preghiera
Ore 11,00            Il Settore Specializzazioni:  verifica campi e progetti alla luce del Progetto Associativo
Ore  13,00           Pranzo – buffet
Ore 14,30            La competenza in branca E/G, con particolare riferimento all’età 14-16 anni
                                            Interviene l’Inc. Naz. EG, Nicola Mastrodicasa
Ore 16,00          “ La Massariotta e il Settore Specializzazioni. Quali prospettive?”
                              Incontro con la Resp. Reg. , Eliana Grasso; l’IRO, Natale Di Bartolo; l’IRE/G, Massimo Sicilia
Ore 17,30            Progettazione dei campi (lavoro unitario e per staff)
Ore 18,30            Percorsi di spiritualità in età E/G, con particolare riferimento all’età 14-16 anni
                                            Interviene Francesco Bonanno, componente Equipe naz. Campi Bibbia
Prosecuzione lavori staff
Ore 20,30            Cena
                              Post cena: I campi si raccontano (presentazione – a cura di ogni staff - di brevi video per
                             mettere in risalto gli aspetti qualificanti che sono caratteristica di ogni campo)

Domenica 7 aprile
Ore 8,00              Celebrazione Eucaristica , Chiesa di Casa Professa
Ore 9,00              Colazione
Ore 9.15              Ripresa lavori per staff
Ore 10,30            Assemblea Associazione Amici Massariotta (AMES)
                              “Massariotta: quarant’anni al servizio dell’educazione” – Riflessioni, verifica, proposte
Ore 11,30            Gli staff confrontano i loro programmi
                              Aspetti organizzativi comuni 
Ore 13,00            Conclusioni
Ore 13,30            Pranzo
                             Gli staff potranno proseguire i lavori.

sabato 16 marzo 2013

CORRADINA DRAGO E' TORNATA ALLA CASA DEL PADRE


GRAZIE, MAMMA CORRADINA!

Aveva compiuto cento anni il 13 novembre scorso. Il 15 marzo è stata chiamata dal Padre per partecipare  alla gioia del Paradiso.
Ricordiamo il suo generoso impegno nello Scautismo,  il suo materno affetto verso i capi e i ragazzi, la sua sollecitudine, la sua sensibilità educativa, la sua fede, la sua "caparbia" voglia di far bene ogni cosa, il suo sereno ed accogliente sorriso.
Per alcuni anni partecipò ai Campi di Specializzazione alla Massariotta, prendendosi particolare cura della cucina.

Amavamo chiamarla "mamma Corradina" perchè si sentiva mamma di tutti, ragazzi e capi, ed a tutti era vicina.
Grazie, mamma Corradina. Grazie per quanto hai donato allo Scautismo e alla Massariotta.
Siamo sicuri che dal cielo continuerai a starci vicina.
Da parte degli Amici della Massariotta un abbraccio al figlio Lucio  di cui é sempre stata giustamente orgogliosa, e ai familiari tutti.

giovedì 14 marzo 2013

ABBIAMO IL PAPA FRANCESCO!

Il Santo Padre ci indica uno specifico stile di vita:

- CAMMINARE: andare avanti, con coraggio e con impegno, alla luce di Dio.

- EDIFICARE  con solidità: essere "pietre vive", fondate su Cristo.

- TESTIMONIARE Cristo con la propria vita.


"Camminare, edificare, confessare: sono le tre parole chiave di papa Francesco nella sua prima celebrazione eucaristica. Il Santo Padre, eletto ieri sera al soglio di Pietro, ha presieduto oggi pomeriggio la Missa Pro Ecclesia alla presenza dei cardinali elettori nella Cappella Sistina.
La lettura evangelica (Mt 16,18) faceva riferimento alla professione di fede di San Pietro Apostolo; stretto quindi il legame con la Seconda Lettura (1Pt 2,49) sulle pietre vive che edificano la Chiesa.
Il Santo Padre ha individuato l’elemento in comune alle tre letture (la prima era Isaia Is 2,2-5) nel “movimento”. Nella prima lettura l’elemento è il “cammino”, nella seconda è “l’edificazione della Chiesa”, nella terza la “confessione”, ha evidenziato papa Francesco durante l’omelia, pronunciata a braccio.
Il primo concetto viene alla luce, quando Dio dice ad Abramo: “Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile”. La nostra vita, ha spiegato il Papa, “è un cammino e quando ci fermiamo c’è qualcosa che non va”. Tutti noi, quindi, siamo tenuti a “camminare nella luce del Signore, cercando di vivere sempre con quell’irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo”.
Edificare, invece, vuol dire soprattutto “edificare la Chiesa” attraverso “pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo”. E la Chiesa, “sposa di Cristo”, pone le sue basi “su quella pietra angolare che è lo stesso Signore”.
Non ha senso, tuttavia, mettere in pratica i primi due concetti se non si realizza anche il terzo: la confessione. Se non confessiamo Gesù Cristo, “diventeremmo una ong pietosa, ma non la Chiesa, sposa del Signore”, ha spiegato il Papa.
Se non si cammina “ci si ferma”, mentre se non si edifica “quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno i castelli di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza”, ha aggiunto.
Quando invece “non si confessa Cristo, si confessa la mondanità del demonio”, ha detto papa Francesco, citando una frase di Leon Bloy: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”.
Il percorso camminare-edificare-confessare “non è cosa facile”, ha proseguito il Pontefice, perché in questo percorso possono verificarsi “scosse” o “movimenti che ci tirano indietro”.
Il primo ad essere inciampato lungo questo difficile percorso è stato proprio Pietro che ha la forza e l’intuizione di riconoscere in Cristo “il Figlio del Dio vivo” ma, quando si tratta di seguirlo non mostra altrettanto coraggio. È come se Pietro dicesse a Gesù: “Io ti seguo, ma non parliamo di Croce”, ha osservato il Papa.
“Quando camminiamo senza la Croce - ha proseguito - quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce non siamo discepoli del Signore: siamo mondani: siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore”.




(dall'omelia del Papa Francesco - Celebrazione eucaristica del 14 marzo 2013)

martedì 12 marzo 2013

USCITE, HIKES, ROUTES PER SVILUPPARE CREATIVITA' E COMPETENZA


PIÙ CREATIVITÀ IN CHI VIVE A CONTATTO CON LA NATURA

Una bella escursione all’aria aperta favorisce lo sviluppo della creatività, aiuta a pensare con chiarezza e ad avere idee originali.

                                                                                                                       di GIUSEPPE O. LONGO

David Strayer, psicologo cognitivo dell’Università dello Utah, ha studiato a lungo gli effetti delle fonti di distrazione sulle prestazioni umane, in particolare quanto influisce sulla qualità della guida parlare al cellulare o mandare messaggini (molto: la frequenza degli incidenti aumenta di un fattore quattro!). E anche se c’è una piccola percentuale di persone capaci di far bene più cose allo stesso tempo, la maggioranza fa bene a concentrarsi su una sola cosa. Di recente Strayer ha intrapreso uno studio sui rapporti tra le capacità creative delle persone e l’ambiente in cui si trovano. L’esito, in soldoni, è che per pensare con chiarezza e avere idee originali bisogna abbandonare cellulari, computer, iPad e simili e fare una bella escursione all’aria aperta. Le prestazioni cognitive del gruppo sperimentale sono migliorate di quasi il 50 per cento dopo quattro giorni di gita zaino in spalla in un canyon della regione. I particolari dell’esperimento si possono trovare sulla rivista in linea Plos (Public Library of Science) One, ma è più interessante conoscere il parere di Strayer (nome che tra l’altro rimanda al verbo «to stray», vagare), secondo cui il miglioramento cospicuo e misurabile delle prestazioni cognitive è stato causato da tre fattori: il contatto prolungato con la natura, l’esercizio fisico spinto e l’abbandono dei dispositivi elettronici.
Che l’uso della tecnologia abbia un effetto importante sulle connessioni cerebrali è ormai confermato da diverse ricerche e può darsi benissimo che la delega da noi compiuta a favore di queste apparecchiature contribuisca a un depotenziamento delle nostre capacità mnemoniche e cognitive endocraniche. Del resto che le estroflessioni cognitive alimentino un certo grado di pigrizia mentale è un fatto incontrovertibile. Forse è questa la strada per capire perché l’abitudine che hanno molti di isolarsi per molte ore al giorno davanti allo schermo di un computer, che diventa così la loro interfaccia con il mondo e con le altre persone, abbia effetti negativi e perché questi effetti possano essere contrastati grazie a un’immersione nella natura, come del resto sostengono da secoli scrittori e poeti (è singolare come dalla ricerca ci si aspetti oggi la conferma anche dei fatti più ovvi, come il riscaldamento di un tegame d’acqua posto sul fuoco...). La specie umana si è evoluta per centinaia di migliaia di anni in un ambiente 'naturale' (nel senso più elementare della parola), a stretto contatto con montagne, animali, acque e boschi, e con i consimili. Negli ultimi decenni per noi occidentali l’ambiente è mutato radicalmente ed è ormai soprassaturo di una tecnologia che impegna allo spasimo le nostre capacità di gestione delle sollecitazioni esterne. I bambini di oggi passano non più di una ventina di minuti al giorno a giocare all’aperto, mentre giovani e adulti passano sempre meno tempo in attività ricreative in seno alla natura.  Ma l’ambiente tecnico è troppo giovane e noi siamo ancora parte di quello naturale, che esercita su di noi un atavico richiamo immersivo e sistemico e in cui ci sentiamo a casa. Quanto tempo debba passare perché ci sentiamo a casa nell’ambiente artificiale che ci stiamo costruendo intorno non è dato sapere, certo è che oggi la tecnologia corre più di quanto l’uomo riesca a seguirla.

venerdì 8 marzo 2013

ATTIVITA' SPECIALIZZAZIONI 2013 ALLA MASSARIOTTA


ATTIVITA’ nazionali  2013 alla MASSARIOTTA

14-17 marzo               RS       Terre Selvagge – Avventura sulla neve – Etna – RS maggiorenni [1]

6-7 aprile                               Incontro degli Staff Specializzazioni della Base *

28 giu – 2 lug             EG       Campismo/Mani abili

4-8 luglio                    EG       Trapper … un’avventura!

11-15 luglio               EG       Pionieri con abilità e fantasia

22-26 agosto              EG       Avventura – Espressione – Abilità manuale

27-31 agosto              EG       Explo’:  Quando l’avventura  non si sogna ma si vive[2]

30 ago – 2 set.           RS        Soccorrere e costruire (pionieristica e pronto soccorso)

6-8 settembre             capi     Stage Pionieristica 1° livello

6-8 settembre             capi     Stage “L’arte del trapper”


·     *  L’incontro degli Staff si svolgerà a Palermo (presso sede regionale AIMC) a causa della inagibilità della Base.

NB. – I campi si svolgeranno in relazione alla disponibilità della Base 

  
Gli Staff dei campi s’incontreranno in Base il giorno precedente l’inizio del campo (preparazione dei materiali) e resteranno in Base per l’intero pomeriggio del giorno conclusivo (verifica campo e riordino materiali).

giovedì 7 marzo 2013

I GIOVANI E IL PERICOLO


Giovani: il pericolo è il mio piacere

Tuffarsi in piscina dal balcone, «surfare» sul cofano della macchina, bere oltre ogni limite...
Aumentano i giochi pericolosi.

Quali risposte educative alla domanda giovanile di avventura? Come far vivere alle giovani generazioni avventure positive e non autodistruttive? Come educare al senso del limite?


di ANTONELLA MARIANI
 

         Dal suo letto di ospedale, nel Policlinico di Ibiza, con bacino, braccia e gambe fratturati, il giovane italiano di­chiarò a un giornalista, che sì, l’a­vrebbe rifatto. Tuffarsi nella pisci­na del residence dal terrazzo di u­na delle camere gli era costato ca­ro, perché «sono caduto male, ho sbattuto sul fondo», ma conside­rando che «è troppo fico», «sicuro lo rifarei domani». Pazzie estive di gioventù bruciata? Anche, ma non solo. Il balconing è uno dei numerosi divertimenti estremi che da qualche anno attirano i ra­gazzi, trovando eco insperata nei filmati su Youtube e gettando una luce torva, peraltro grandemente esagerata, su un’intera generazio­ne di 20/30enni. Uno, ma non l’u­nico, C’è il binge drinking, il choking game, l’eyeballing il ghost riding....

          Tutte condotte spericolate, che vanno oltre il comune senso del limite e della trasgressione per approdare a un territorio dove a rischio c’è la vita stessa. Fatali­smo, sfiducia nel domani, abbas­samento del livello di guardia nei confronti del pericolo sono ele­menti comuni a questi comporta­menti giovanili esasperati, ora a­nalizzati da tre sociologi di diver­se università ( Valeria Giordano e Paola Panarese della Sapienza di Roma, Manolo Farci della 'Carlo Bo' di Urbino) in Oltre il senso del limite (FrancoAngeli, pp. 160, eu­ro 20). Gli autori non si sono limi­tati a descrivere il fenomeno, ma hanno cercato anche di compren­dere se il rischio, nella cultura giovanile, ha cambiato significato e senso. La risposta di una delle autrici, Paola Panarese, è tran­chant : sì, esiste un «cambiamento semantico del concetto di rischio: non più associato a perdita, peri­colo, paura, bensì a successo, prova di sé, crescita. In altre paro­le, in molti casi, rischiare è passa­to dall’essere un 'disavalore' da evitare alla dimensione di valore da perseguire».

         Il rischio come 'valore', dun­que, a costo di rimetterci la vi­ta. I tre sociologi tracciano il bollettino di guerra di ognuno dei 'giochi pericolosi' esaminati: cinquemila ragazzi morti ogni an­no per le conseguenze del bere compulsivo ( binge drinking) negli Stati Uniti; 456 giovani americani e 86 britannici rimasti vittima del gioco da soffocamento ( choking game) a partire dal 1995; 6 morti e 11 feriti nel 2010 dopo un tuffo in piscina dalla terrazza della came­ra d’albergo (a questo proposito ecco un altro dato-choc: un terzo dei ricoverati negli ospedali delle isole Baleari con prognosi critica sono appunto giovani precipitati dai balconi); 58 morti dal 1990 negli Usa perché caduti dall’auto in corsa mentre 'surfavano' sul cofano... Morti e feriti a parte, tut­ti i 'giochi pericolosi' hanno al­cune caratteristiche comuni: la principale è che i filmati delle bravate finiscono spesso e volen­tieri su piattaforme di condivisio­ne globale come Youtube o Goo­gle Video. Con due effetti collate­rali: il primo è che si è accresciuta «l’aura di novità attorno a 'giochi pericolosi' che in realtà vengono compiuti da anni», dice Manolo Farci. Il secondo è che «si rafforza l’immagine, priva di basi scientifi­ca ma costantemente evocata dai mass media, di una maggiore ten­denza dei giovani ad attuare com­portamenti rischiosi rispetto agli adulti».
             Insomma, a guardarli da Youtube i ragazzi appaiono deci­samente peggiori di quanto non siano nella realtà, tanto che bal­coning e chocking game «sono stati trasformati in nuove piaghe sociali, scatenando spesso una reazione esagerata a confronto con la loro reale incidenza». Basta un video molto cliccato in rete (65 filmati sul 'gioco da soffocamen­to' hanno totalizzato più di 173mila visualizzazioni su Youtu­be) perché una qualunque spac­conata diventi sui giornali una «nuova moda pericolosa». In Re­te, in effetti, proliferano presunte mode giovanile estreme, che a u­na indagine approfondita si rive­lano niente più di bufale ben con­gegnate.
           Detto questo, però, oc­corre cercare qualche spiegazione del fenomeno dei 'giochi perico­losi', che hanno a che fare con la ricerca della sfida e dell’avventura tipica dell’età adolescenziale. Ma c’è qualcosa di più, che prova a delineare Manolo Franci, ricerca­tore tra l’altro di Sociologia delle metropoli alla Sapienza. L’incer­tezza del futuro e la minacciosa oscurità che li attende da adulti sembrano condannare i giovani in anticipo, «costringendoli a vi­vere una vita in stato di emergen­za, e indicando, come unica pos­sibile via d’uscita, quella di eserci­tare una sorta di legge della giun­gla».       
          Quando un ragazzo ha po­che aspettative nei con­fronti dell’avvenire, in al­tre parole, si può compor­tare come se non avesse nulla da perdere e dunque ad accostarsi a situazioni di rischio. «Più i giovani si sentono vulnerabili di fronte a­gli eventi sociali, più hanno biso­gno di provare esperienze perico­lose che dimostrino la loro capa­cità di sopravvivenza». Affidando­si all’azzardo del rischio – con u­na bevuta esagerata o stringendo­si un foulard al collo – gli adole­scenti sembrano voler affidarsi, insomma, alla fatalità del caso.
 
Avvenire, 6 marzo 2013, pag. 25