domenica 31 marzo 2013
lunedì 25 marzo 2013
INCONTRO DEGLI STAFF DELLA MASSARIOTTA
AGESCI - SETTORE SPECIALIZZAZIONI
Base "Massariotta" - Marineo
Incontro di
Base 2013
per gli staff del Settore
e per l'Associazione degli Amici della Massariotta
Palermo, 6-7
aprile 2013
Programma
Sabato 6 aprile
Ore 10,00 Accoglienza
Ore 10,30 Inizio lavori – Preghiera
Ore 11,00 Il
Settore Specializzazioni: verifica campi
e progetti alla luce del Progetto Associativo
Ore 13,00 Pranzo
– buffet
Ore 14,30 La
competenza in branca E/G, con particolare riferimento all’età 14-16 anni
Interviene
l’Inc. Naz. EG, Nicola Mastrodicasa
Ore
16,00 “ La Massariotta e il Settore Specializzazioni. Quali prospettive?”
Incontro con la Resp. Reg. ,
Eliana Grasso; l’IRO, Natale Di Bartolo; l’IRE/G, Massimo Sicilia
Ore 17,30 Progettazione dei campi (lavoro
unitario e per staff)
Ore 18,30 Percorsi
di spiritualità in età E/G, con particolare riferimento all’età 14-16 anni
Interviene
Francesco Bonanno, componente Equipe naz. Campi Bibbia
Prosecuzione
lavori staff
Ore 20,30 Cena
Post cena: I campi
si raccontano (presentazione – a cura di ogni staff - di brevi video per
mettere in risalto
gli aspetti qualificanti che sono caratteristica di ogni campo)
Domenica
7 aprile
Ore 8,00 Celebrazione Eucaristica , Chiesa
di Casa Professa
Ore 9,00 Colazione
Ore 9.15 Ripresa lavori per staff
Ore 10,30 Assemblea Associazione Amici
Massariotta (AMES)
“Massariotta: quarant’anni al servizio
dell’educazione” – Riflessioni, verifica, proposte
Ore 11,30 Gli staff confrontano i loro
programmi
Aspetti
organizzativi comuni
Ore 13,00 Conclusioni
Ore 13,30 Pranzo
Gli staff potranno
proseguire i lavori.
sabato 16 marzo 2013
CORRADINA DRAGO E' TORNATA ALLA CASA DEL PADRE
GRAZIE, MAMMA CORRADINA!
Aveva compiuto cento anni il 13 novembre scorso. Il 15 marzo è stata chiamata dal Padre per partecipare alla gioia del Paradiso.
Ricordiamo il suo generoso impegno nello Scautismo, il suo materno affetto verso i capi e i ragazzi, la sua sollecitudine, la sua sensibilità educativa, la sua fede, la sua "caparbia" voglia di far bene ogni cosa, il suo sereno ed accogliente sorriso.
Per alcuni anni partecipò ai Campi di Specializzazione alla Massariotta, prendendosi particolare cura della cucina.
Amavamo chiamarla "mamma Corradina" perchè si sentiva mamma di tutti, ragazzi e capi, ed a tutti era vicina.
Grazie, mamma Corradina. Grazie per quanto hai donato allo Scautismo e alla Massariotta.
Siamo sicuri che dal cielo continuerai a starci vicina.
Da
parte degli Amici della Massariotta un abbraccio al figlio Lucio di cui é sempre stata giustamente orgogliosa, e ai familiari tutti.
giovedì 14 marzo 2013
ABBIAMO IL PAPA FRANCESCO!
Il Santo Padre ci indica uno specifico stile di vita:
- CAMMINARE: andare avanti, con coraggio e con impegno, alla luce di Dio.
- EDIFICARE con solidità: essere "pietre vive", fondate su Cristo.
- TESTIMONIARE Cristo con la propria vita.
(dall'omelia del Papa Francesco - Celebrazione eucaristica del 14 marzo 2013)
- CAMMINARE: andare avanti, con coraggio e con impegno, alla luce di Dio.
- EDIFICARE con solidità: essere "pietre vive", fondate su Cristo.
- TESTIMONIARE Cristo con la propria vita.
"Camminare, edificare, confessare: sono le tre parole chiave di papa Francesco
nella sua prima celebrazione eucaristica. Il Santo Padre, eletto ieri sera al
soglio di Pietro, ha presieduto oggi pomeriggio la Missa Pro Ecclesia
alla presenza dei cardinali elettori nella Cappella Sistina.
La lettura evangelica (Mt 16,18) faceva riferimento alla professione
di fede di San Pietro Apostolo; stretto quindi il legame con la Seconda Lettura
(1Pt 2,49) sulle pietre vive che edificano la Chiesa.
Il Santo Padre ha individuato l’elemento in comune alle tre letture (la prima
era Isaia Is 2,2-5) nel “movimento”. Nella prima lettura l’elemento è
il “cammino”, nella seconda è “l’edificazione della Chiesa”, nella terza la
“confessione”, ha evidenziato papa Francesco durante l’omelia, pronunciata a
braccio.
Il primo concetto viene alla luce, quando Dio dice ad Abramo: “Cammina nella
mia presenza e sii irreprensibile”. La nostra vita, ha spiegato il Papa, “è un
cammino e quando ci fermiamo c’è qualcosa che non va”. Tutti noi, quindi, siamo
tenuti a “camminare nella luce del Signore, cercando di vivere sempre con
quell’irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo”.
Edificare, invece, vuol dire soprattutto “edificare la Chiesa” attraverso
“pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo”. E la Chiesa, “sposa di Cristo”,
pone le sue basi “su quella pietra angolare che è lo stesso Signore”.
Non ha senso, tuttavia, mettere in pratica i primi due concetti se non si
realizza anche il terzo: la confessione. Se non confessiamo Gesù Cristo,
“diventeremmo una ong pietosa, ma non la Chiesa, sposa del Signore”, ha spiegato
il Papa.
Se non si cammina “ci si ferma”, mentre se non si edifica “quello che succede
ai bambini sulla spiaggia quando fanno i castelli di sabbia, tutto viene giù, è
senza consistenza”, ha aggiunto.
Quando invece “non si confessa Cristo, si confessa la mondanità del demonio”,
ha detto papa Francesco, citando una frase di Leon Bloy: “Chi non prega il
Signore, prega il diavolo”.
Il percorso camminare-edificare-confessare “non è cosa facile”, ha proseguito
il Pontefice, perché in questo percorso possono verificarsi “scosse” o
“movimenti che ci tirano indietro”.
Il primo ad essere inciampato lungo questo difficile percorso è stato proprio
Pietro che ha la forza e l’intuizione di riconoscere in Cristo “il Figlio del
Dio vivo” ma, quando si tratta di seguirlo non mostra altrettanto coraggio. È
come se Pietro dicesse a Gesù: “Io ti seguo, ma non parliamo di Croce”, ha
osservato il Papa.
“Quando camminiamo senza la Croce - ha proseguito - quando edifichiamo senza
la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce non siamo discepoli del
Signore: siamo mondani: siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli
del Signore”.
(dall'omelia del Papa Francesco - Celebrazione eucaristica del 14 marzo 2013)
martedì 12 marzo 2013
USCITE, HIKES, ROUTES PER SVILUPPARE CREATIVITA' E COMPETENZA
PIÙ CREATIVITÀ IN CHI VIVE A CONTATTO CON LA NATURA
Una bella escursione all’aria aperta favorisce lo sviluppo della
creatività, aiuta a pensare con chiarezza e ad avere idee originali.
di GIUSEPPE O. LONGO
David
Strayer, psicologo cognitivo dell’Università dello Utah, ha studiato a lungo
gli effetti delle fonti di distrazione sulle prestazioni umane, in particolare
quanto influisce sulla qualità della guida parlare al cellulare o mandare
messaggini (molto: la frequenza degli incidenti aumenta di un fattore
quattro!). E anche se c’è una piccola percentuale di persone capaci di far bene
più cose allo stesso tempo, la maggioranza fa bene a concentrarsi su una sola
cosa. Di recente Strayer ha intrapreso uno studio sui rapporti tra le capacità
creative delle persone e l’ambiente in cui si trovano. L’esito, in soldoni, è
che per pensare con chiarezza e avere idee originali bisogna abbandonare
cellulari, computer, iPad e simili e fare una bella escursione all’aria aperta.
Le prestazioni cognitive del gruppo sperimentale sono migliorate di quasi il 50
per cento dopo quattro giorni di gita zaino in spalla in un canyon della
regione. I particolari dell’esperimento si possono trovare sulla rivista in
linea Plos (Public Library of Science) One, ma è più interessante conoscere il
parere di Strayer (nome che tra l’altro rimanda al verbo «to stray», vagare),
secondo cui il miglioramento cospicuo e misurabile delle prestazioni cognitive
è stato causato da tre fattori: il contatto prolungato con la natura,
l’esercizio fisico spinto e l’abbandono dei dispositivi elettronici.
Che
l’uso della tecnologia abbia un effetto importante sulle connessioni cerebrali
è ormai confermato da diverse ricerche e può darsi benissimo che la delega da
noi compiuta a favore di queste apparecchiature contribuisca a un
depotenziamento delle nostre capacità mnemoniche e cognitive endocraniche. Del
resto che le estroflessioni cognitive alimentino un certo grado di pigrizia
mentale è un fatto incontrovertibile. Forse è questa la strada per capire
perché l’abitudine che hanno molti di isolarsi per molte ore al giorno davanti
allo schermo di un computer, che diventa così la loro interfaccia con il mondo
e con le altre persone, abbia effetti negativi e perché questi effetti possano
essere contrastati grazie a un’immersione nella natura, come del resto
sostengono da secoli scrittori e poeti (è singolare come dalla ricerca ci si
aspetti oggi la conferma anche dei fatti più ovvi, come il riscaldamento di un
tegame d’acqua posto sul fuoco...). La specie umana si è evoluta per centinaia
di migliaia di anni in un ambiente 'naturale' (nel senso più elementare della
parola), a stretto contatto con montagne, animali, acque e boschi, e con i
consimili. Negli
ultimi decenni per noi occidentali l’ambiente è mutato radicalmente ed è ormai
soprassaturo di una tecnologia che impegna allo spasimo le nostre capacità di
gestione delle sollecitazioni esterne. I bambini di oggi passano non più di una
ventina di minuti al giorno a giocare all’aperto, mentre giovani e adulti
passano sempre meno tempo in attività ricreative in seno alla natura. Ma l’ambiente tecnico è troppo giovane e noi
siamo ancora parte di quello naturale, che esercita su di noi un atavico
richiamo immersivo e sistemico e in cui ci sentiamo a casa. Quanto tempo debba
passare perché ci sentiamo a casa nell’ambiente artificiale che ci stiamo
costruendo intorno non è dato sapere, certo è che oggi la tecnologia corre più
di quanto l’uomo riesca a seguirla.
venerdì 8 marzo 2013
ATTIVITA' SPECIALIZZAZIONI 2013 ALLA MASSARIOTTA
ATTIVITA’ nazionali 2013 alla MASSARIOTTA
14-17
marzo RS Terre Selvagge – Avventura sulla neve –
Etna – RS maggiorenni [1]
6-7
aprile Incontro degli Staff Specializzazioni della
Base *
28
giu – 2 lug EG Campismo/Mani abili
4-8
luglio EG Trapper …
un’avventura!
11-15
luglio EG Pionieri con abilità e fantasia
22-26
agosto EG Avventura – Espressione – Abilità manuale
27-31
agosto EG Explo’: Quando l’avventura non si sogna ma si vive! [2]
30
ago – 2 set. RS Soccorrere e costruire (pionieristica e
pronto soccorso)
6-8
settembre capi Stage Pionieristica 1° livello
6-8
settembre capi Stage “L’arte del trapper”
· * L’incontro degli Staff si svolgerà
a Palermo (presso sede regionale AIMC) a causa della inagibilità della Base.
NB. – I campi si
svolgeranno in relazione alla disponibilità della Base
Gli Staff dei campi
s’incontreranno in Base il giorno precedente l’inizio del campo (preparazione
dei materiali) e resteranno in Base per l’intero pomeriggio del giorno
conclusivo (verifica campo e riordino materiali).
giovedì 7 marzo 2013
I GIOVANI E IL PERICOLO
Giovani: il pericolo è il mio piacere
Tuffarsi in
piscina dal balcone, «surfare» sul cofano della macchina, bere oltre ogni
limite...
Aumentano i giochi pericolosi.
Aumentano i giochi pericolosi.
Quali
risposte educative alla domanda giovanile di avventura? Come far vivere alle giovani
generazioni avventure positive e non autodistruttive? Come educare al senso del
limite?
di ANTONELLA MARIANI
Dal suo letto di ospedale, nel Policlinico di Ibiza, con bacino, braccia e gambe fratturati, il giovane italiano dichiarò a un giornalista, che sì, l’avrebbe rifatto. Tuffarsi nella piscina del residence dal terrazzo di una delle camere gli era costato caro, perché «sono caduto male, ho sbattuto sul fondo», ma considerando che «è troppo fico», «sicuro lo rifarei domani». Pazzie estive di gioventù bruciata? Anche, ma non solo. Il balconing è uno dei numerosi divertimenti estremi che da qualche anno attirano i ragazzi, trovando eco insperata nei filmati su Youtube e gettando una luce torva, peraltro grandemente esagerata, su un’intera generazione di 20/30enni. Uno, ma non l’unico, C’è il binge drinking, il choking game, l’eyeballing il ghost riding....
Tutte condotte spericolate, che vanno oltre il comune senso del limite e della trasgressione per approdare a un territorio dove a rischio c’è la vita stessa. Fatalismo, sfiducia nel domani, abbassamento del livello di guardia nei confronti del pericolo sono elementi comuni a questi comportamenti giovanili esasperati, ora analizzati da tre sociologi di diverse università ( Valeria Giordano e Paola Panarese della Sapienza di Roma, Manolo Farci della 'Carlo Bo' di Urbino) in Oltre il senso del limite (FrancoAngeli, pp. 160, euro 20). Gli autori non si sono limitati a descrivere il fenomeno, ma hanno cercato anche di comprendere se il rischio, nella cultura giovanile, ha cambiato significato e senso. La risposta di una delle autrici, Paola Panarese, è tranchant : sì, esiste un «cambiamento semantico del concetto di rischio: non più associato a perdita, pericolo, paura, bensì a successo, prova di sé, crescita. In altre parole, in molti casi, rischiare è passato dall’essere un 'disavalore' da evitare alla dimensione di valore da perseguire».
Il rischio come 'valore', dunque, a costo di rimetterci la vita.
I tre sociologi tracciano il bollettino di guerra di ognuno dei 'giochi
pericolosi' esaminati: cinquemila ragazzi morti ogni anno per le conseguenze
del bere compulsivo ( binge drinking) negli Stati Uniti; 456 giovani
americani e 86 britannici rimasti vittima del gioco da soffocamento (
choking game) a partire dal 1995; 6 morti e 11 feriti nel 2010 dopo un
tuffo in piscina dalla terrazza della camera d’albergo (a questo proposito
ecco un altro dato-choc: un terzo dei ricoverati negli ospedali delle isole
Baleari con prognosi critica sono appunto giovani precipitati dai balconi); 58
morti dal 1990 negli Usa perché caduti dall’auto in corsa mentre 'surfavano'
sul cofano... Morti e feriti a parte, tutti i 'giochi pericolosi' hanno alcune
caratteristiche comuni: la principale è che i filmati delle bravate finiscono
spesso e volentieri su piattaforme di condivisione globale come Youtube o Google
Video. Con due effetti collaterali: il primo è che si è accresciuta «l’aura di
novità attorno a 'giochi pericolosi' che in realtà vengono compiuti da anni»,
dice Manolo Farci. Il secondo è che «si rafforza l’immagine, priva di basi
scientifica ma costantemente evocata dai mass media, di una maggiore tendenza
dei giovani ad attuare comportamenti rischiosi rispetto agli adulti».
Insomma, a guardarli da Youtube i ragazzi appaiono decisamente peggiori di quanto non siano nella realtà, tanto che balconing e chocking game «sono stati trasformati in nuove piaghe sociali, scatenando spesso una reazione esagerata a confronto con la loro reale incidenza». Basta un video molto cliccato in rete (65 filmati sul 'gioco da soffocamento' hanno totalizzato più di 173mila visualizzazioni su Youtube) perché una qualunque spacconata diventi sui giornali una «nuova moda pericolosa». In Rete, in effetti, proliferano presunte mode giovanile estreme, che a una indagine approfondita si rivelano niente più di bufale ben congegnate.
Insomma, a guardarli da Youtube i ragazzi appaiono decisamente peggiori di quanto non siano nella realtà, tanto che balconing e chocking game «sono stati trasformati in nuove piaghe sociali, scatenando spesso una reazione esagerata a confronto con la loro reale incidenza». Basta un video molto cliccato in rete (65 filmati sul 'gioco da soffocamento' hanno totalizzato più di 173mila visualizzazioni su Youtube) perché una qualunque spacconata diventi sui giornali una «nuova moda pericolosa». In Rete, in effetti, proliferano presunte mode giovanile estreme, che a una indagine approfondita si rivelano niente più di bufale ben congegnate.
Detto questo, però, occorre
cercare qualche spiegazione del fenomeno dei 'giochi pericolosi', che hanno a
che fare con la ricerca della sfida e dell’avventura tipica dell’età
adolescenziale. Ma c’è qualcosa di più, che prova a delineare Manolo Franci,
ricercatore tra l’altro di Sociologia delle metropoli alla Sapienza. L’incertezza
del futuro e la minacciosa oscurità che li attende da adulti sembrano
condannare i giovani in anticipo, «costringendoli a vivere una vita in stato
di emergenza, e indicando, come unica possibile via d’uscita, quella di
esercitare una sorta di legge della giungla».
Quando un ragazzo ha poche aspettative nei confronti dell’avvenire, in altre parole, si può comportare come se non avesse nulla da perdere e dunque ad accostarsi a situazioni di rischio. «Più i giovani si sentono vulnerabili di fronte agli eventi sociali, più hanno bisogno di provare esperienze pericolose che dimostrino la loro capacità di sopravvivenza». Affidandosi all’azzardo del rischio – con una bevuta esagerata o stringendosi un foulard al collo – gli adolescenti sembrano voler affidarsi, insomma, alla fatalità del caso.
Quando un ragazzo ha poche aspettative nei confronti dell’avvenire, in altre parole, si può comportare come se non avesse nulla da perdere e dunque ad accostarsi a situazioni di rischio. «Più i giovani si sentono vulnerabili di fronte agli eventi sociali, più hanno bisogno di provare esperienze pericolose che dimostrino la loro capacità di sopravvivenza». Affidandosi all’azzardo del rischio – con una bevuta esagerata o stringendosi un foulard al collo – gli adolescenti sembrano voler affidarsi, insomma, alla fatalità del caso.
Avvenire, 6
marzo 2013, pag. 25
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