Francesco agli scout: “Compassione, condivisione, Eucarestia”
Papa Francesco saluta e benedice i rover e le scolte in cammino “verso il grande raduno nazionale a San Rossore”. Al termine dell’Angelus, il Pontefice ha voluto salutare “gli scout dell’Agesci presenti oggi con una benedizione per le migliaia di scout italiani” partiti da un paio di giorni per la Route nazionale. E si è raccomandato: “Ricordatevi: compassione, condivisione ed Eucarestia”, ha detto subito dopo il ‘pensiero’ rivolto agli scout e riprendendo i tre temi toccati poco prima nel commento al Vangelo in cui si racconta la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Il saluto del Papa è stato ricambiato dagli scout oggi in piazza nonostante la pioggia (“Saluto voi coraggiosi sotto la pioggia, fedeli di Roma e pellegrini di diversi paesi”, aveva detto poco prima Francesco al termine dell’Angelus): Francesco ha sentito le loro grida ed applausi per lui e, dalla finestra a cui era affacciato, li ha ricambiati con un gesto di saluto.
Commentando il Vangelo, il Papa ha insistito molto sui tre messaggi che contiene ed esprime. Il primo, la compassione: di fronte alla folla che lo rincorre, “e per così dire non lo lascia in pace, Gesù non reagisce con irritazione, non dice ‘questa gente mi dà fastidio’: no, no; reagisce con un sentimento di compassione, perché sa che non lo cercano per curiosità, ma per bisogno”. E compassione allora non “è semplicemente sentire pietà”, ma “immedesimarsi nella sofferenza degli altri al punto di prenderla su di sé: Gesù soffre insieme a noi, con noi e per noi e il segno di questa compassione sono le numerose guarigioni da lui operate”. Gesù dunque “ci insegna ad anteporre alle nostre esigenze, pur legittime, quelle dei poveri che non hanno il necessario per vivere. Parliamo spesso dei poveri – ha sottolineato Papa Francesco- ma quando ne parliamo, sentiamo che quell’uomo, quella donna, quei bambini non hanno il necessario per vivere?”. Non hanno cioè “da mangiare, da vestirsi, le medicine, la possibilità di andare a scuola?”.
Poi c’è la condivisione: e qui Papa Francesco invita a confrontare la reazione dei discepoli e con quella di Gesù. Di fronte a gente stanca e affamata, i discepoli pensano che sia meglio mandare via le persone. Gesù invece dice: “date loro voi stessi da mangiare”. Due reazioni diverse “riflettono logiche opposte: i discepoli ragionano secondo le logiche per cui ciascuno deve pensare a sé stesso, come se dicessero ‘arrangiatevi da soli’. Gesù ragiona invece secondo la logica di Dio che è quella della condivisione. Quante volte ci voltiamo da un’altra parte pur di non vedere i fratelli bisognosi? E questo guardare da un’altra parte è un modo educato di dire, in guanti bianchi, ‘arrangiatevi da soli’; questo non è Gesù, è egoismo”. Se Gesù avesse congedato le folle, tante persone sarebbero rimaste senza mangiare, invece sfama “tutti”. E “non è una magia- evidenzia il Papa- ma un segno che invita ad avere fede in Dio padre provvidente che non fa mancare il pane quotidiano se sappiamo condividerlo con i fratelli”.
Infine, il prodigio dei pani preannuncia l’Eucarestia. Gesù recita la benedizione prima di spezzarli e distribuirli alla gente, lo stesso gesto dell’ultima cena in cui dona pane di via eterna. “Dobbiamo andare all’Eucarestia con compassione, con voglia di Gesù, cioè di condivisione; chi va all’Eucarestia senza avere compassione dei bisognosi e senza condividere, si trova non bene con Gesù”.
Compassione, condivisione ed Eucarestia sono un ‘messaggio’ forte per chi è in cammino, in Route: sono, dice il Papa, il cammino che “Gesù ci indica” e che porta “ad affrontare con fraternità i bisogni di questo mondo e che ci conduce oltre questo mondo perché parte da Dio e ritorna a lui”.
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