Giovani: il pericolo è il mio piacere
Tuffarsi in
piscina dal balcone, «surfare» sul cofano della macchina, bere oltre ogni
limite...
Aumentano i giochi pericolosi.
Aumentano i giochi pericolosi.
Quali
risposte educative alla domanda giovanile di avventura? Come far vivere alle giovani
generazioni avventure positive e non autodistruttive? Come educare al senso del
limite?
di ANTONELLA MARIANI
Dal suo letto di ospedale, nel Policlinico di Ibiza, con bacino, braccia e gambe fratturati, il giovane italiano dichiarò a un giornalista, che sì, l’avrebbe rifatto. Tuffarsi nella piscina del residence dal terrazzo di una delle camere gli era costato caro, perché «sono caduto male, ho sbattuto sul fondo», ma considerando che «è troppo fico», «sicuro lo rifarei domani». Pazzie estive di gioventù bruciata? Anche, ma non solo. Il balconing è uno dei numerosi divertimenti estremi che da qualche anno attirano i ragazzi, trovando eco insperata nei filmati su Youtube e gettando una luce torva, peraltro grandemente esagerata, su un’intera generazione di 20/30enni. Uno, ma non l’unico, C’è il binge drinking, il choking game, l’eyeballing il ghost riding....
Tutte condotte spericolate, che vanno oltre il comune senso del limite e della trasgressione per approdare a un territorio dove a rischio c’è la vita stessa. Fatalismo, sfiducia nel domani, abbassamento del livello di guardia nei confronti del pericolo sono elementi comuni a questi comportamenti giovanili esasperati, ora analizzati da tre sociologi di diverse università ( Valeria Giordano e Paola Panarese della Sapienza di Roma, Manolo Farci della 'Carlo Bo' di Urbino) in Oltre il senso del limite (FrancoAngeli, pp. 160, euro 20). Gli autori non si sono limitati a descrivere il fenomeno, ma hanno cercato anche di comprendere se il rischio, nella cultura giovanile, ha cambiato significato e senso. La risposta di una delle autrici, Paola Panarese, è tranchant : sì, esiste un «cambiamento semantico del concetto di rischio: non più associato a perdita, pericolo, paura, bensì a successo, prova di sé, crescita. In altre parole, in molti casi, rischiare è passato dall’essere un 'disavalore' da evitare alla dimensione di valore da perseguire».
Il rischio come 'valore', dunque, a costo di rimetterci la vita.
I tre sociologi tracciano il bollettino di guerra di ognuno dei 'giochi
pericolosi' esaminati: cinquemila ragazzi morti ogni anno per le conseguenze
del bere compulsivo ( binge drinking) negli Stati Uniti; 456 giovani
americani e 86 britannici rimasti vittima del gioco da soffocamento (
choking game) a partire dal 1995; 6 morti e 11 feriti nel 2010 dopo un
tuffo in piscina dalla terrazza della camera d’albergo (a questo proposito
ecco un altro dato-choc: un terzo dei ricoverati negli ospedali delle isole
Baleari con prognosi critica sono appunto giovani precipitati dai balconi); 58
morti dal 1990 negli Usa perché caduti dall’auto in corsa mentre 'surfavano'
sul cofano... Morti e feriti a parte, tutti i 'giochi pericolosi' hanno alcune
caratteristiche comuni: la principale è che i filmati delle bravate finiscono
spesso e volentieri su piattaforme di condivisione globale come Youtube o Google
Video. Con due effetti collaterali: il primo è che si è accresciuta «l’aura di
novità attorno a 'giochi pericolosi' che in realtà vengono compiuti da anni»,
dice Manolo Farci. Il secondo è che «si rafforza l’immagine, priva di basi
scientifica ma costantemente evocata dai mass media, di una maggiore tendenza
dei giovani ad attuare comportamenti rischiosi rispetto agli adulti».
Insomma, a guardarli da Youtube i ragazzi appaiono decisamente peggiori di quanto non siano nella realtà, tanto che balconing e chocking game «sono stati trasformati in nuove piaghe sociali, scatenando spesso una reazione esagerata a confronto con la loro reale incidenza». Basta un video molto cliccato in rete (65 filmati sul 'gioco da soffocamento' hanno totalizzato più di 173mila visualizzazioni su Youtube) perché una qualunque spacconata diventi sui giornali una «nuova moda pericolosa». In Rete, in effetti, proliferano presunte mode giovanile estreme, che a una indagine approfondita si rivelano niente più di bufale ben congegnate.
Insomma, a guardarli da Youtube i ragazzi appaiono decisamente peggiori di quanto non siano nella realtà, tanto che balconing e chocking game «sono stati trasformati in nuove piaghe sociali, scatenando spesso una reazione esagerata a confronto con la loro reale incidenza». Basta un video molto cliccato in rete (65 filmati sul 'gioco da soffocamento' hanno totalizzato più di 173mila visualizzazioni su Youtube) perché una qualunque spacconata diventi sui giornali una «nuova moda pericolosa». In Rete, in effetti, proliferano presunte mode giovanile estreme, che a una indagine approfondita si rivelano niente più di bufale ben congegnate.
Detto questo, però, occorre
cercare qualche spiegazione del fenomeno dei 'giochi pericolosi', che hanno a
che fare con la ricerca della sfida e dell’avventura tipica dell’età
adolescenziale. Ma c’è qualcosa di più, che prova a delineare Manolo Franci,
ricercatore tra l’altro di Sociologia delle metropoli alla Sapienza. L’incertezza
del futuro e la minacciosa oscurità che li attende da adulti sembrano
condannare i giovani in anticipo, «costringendoli a vivere una vita in stato
di emergenza, e indicando, come unica possibile via d’uscita, quella di
esercitare una sorta di legge della giungla».
Quando un ragazzo ha poche aspettative nei confronti dell’avvenire, in altre parole, si può comportare come se non avesse nulla da perdere e dunque ad accostarsi a situazioni di rischio. «Più i giovani si sentono vulnerabili di fronte agli eventi sociali, più hanno bisogno di provare esperienze pericolose che dimostrino la loro capacità di sopravvivenza». Affidandosi all’azzardo del rischio – con una bevuta esagerata o stringendosi un foulard al collo – gli adolescenti sembrano voler affidarsi, insomma, alla fatalità del caso.
Quando un ragazzo ha poche aspettative nei confronti dell’avvenire, in altre parole, si può comportare come se non avesse nulla da perdere e dunque ad accostarsi a situazioni di rischio. «Più i giovani si sentono vulnerabili di fronte agli eventi sociali, più hanno bisogno di provare esperienze pericolose che dimostrino la loro capacità di sopravvivenza». Affidandosi all’azzardo del rischio – con una bevuta esagerata o stringendosi un foulard al collo – gli adolescenti sembrano voler affidarsi, insomma, alla fatalità del caso.
Avvenire, 6
marzo 2013, pag. 25
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