- CAMMINARE: andare avanti, con coraggio e con impegno, alla luce di Dio.
- EDIFICARE con solidità: essere "pietre vive", fondate su Cristo.
- TESTIMONIARE Cristo con la propria vita.
"Camminare, edificare, confessare: sono le tre parole chiave di papa Francesco
nella sua prima celebrazione eucaristica. Il Santo Padre, eletto ieri sera al
soglio di Pietro, ha presieduto oggi pomeriggio la Missa Pro Ecclesia
alla presenza dei cardinali elettori nella Cappella Sistina.
La lettura evangelica (Mt 16,18) faceva riferimento alla professione
di fede di San Pietro Apostolo; stretto quindi il legame con la Seconda Lettura
(1Pt 2,49) sulle pietre vive che edificano la Chiesa.
Il Santo Padre ha individuato l’elemento in comune alle tre letture (la prima
era Isaia Is 2,2-5) nel “movimento”. Nella prima lettura l’elemento è
il “cammino”, nella seconda è “l’edificazione della Chiesa”, nella terza la
“confessione”, ha evidenziato papa Francesco durante l’omelia, pronunciata a
braccio.
Il primo concetto viene alla luce, quando Dio dice ad Abramo: “Cammina nella
mia presenza e sii irreprensibile”. La nostra vita, ha spiegato il Papa, “è un
cammino e quando ci fermiamo c’è qualcosa che non va”. Tutti noi, quindi, siamo
tenuti a “camminare nella luce del Signore, cercando di vivere sempre con
quell’irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo”.
Edificare, invece, vuol dire soprattutto “edificare la Chiesa” attraverso
“pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo”. E la Chiesa, “sposa di Cristo”,
pone le sue basi “su quella pietra angolare che è lo stesso Signore”.
Non ha senso, tuttavia, mettere in pratica i primi due concetti se non si
realizza anche il terzo: la confessione. Se non confessiamo Gesù Cristo,
“diventeremmo una ong pietosa, ma non la Chiesa, sposa del Signore”, ha spiegato
il Papa.
Se non si cammina “ci si ferma”, mentre se non si edifica “quello che succede
ai bambini sulla spiaggia quando fanno i castelli di sabbia, tutto viene giù, è
senza consistenza”, ha aggiunto.
Quando invece “non si confessa Cristo, si confessa la mondanità del demonio”,
ha detto papa Francesco, citando una frase di Leon Bloy: “Chi non prega il
Signore, prega il diavolo”.
Il percorso camminare-edificare-confessare “non è cosa facile”, ha proseguito
il Pontefice, perché in questo percorso possono verificarsi “scosse” o
“movimenti che ci tirano indietro”.
Il primo ad essere inciampato lungo questo difficile percorso è stato proprio
Pietro che ha la forza e l’intuizione di riconoscere in Cristo “il Figlio del
Dio vivo” ma, quando si tratta di seguirlo non mostra altrettanto coraggio. È
come se Pietro dicesse a Gesù: “Io ti seguo, ma non parliamo di Croce”, ha
osservato il Papa.
“Quando camminiamo senza la Croce - ha proseguito - quando edifichiamo senza
la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce non siamo discepoli del
Signore: siamo mondani: siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli
del Signore”.
(dall'omelia del Papa Francesco - Celebrazione eucaristica del 14 marzo 2013)
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