sabato 12 gennaio 2013

STRADA, KRAPFEN e PROGRESSIONE PERSONALE


 R-S  - Krapfen e progressione personale …… (per non parlare della Strada).

Torniamo su questo argomento ogni tanto, perché la realtà generale muta di tempo in tempo e le aberrazioni cambiano faccia e alibi.
Mi capita sempre più spesso ai Campi di Formazione Associativa, che arrivi qualche capo che, pur avendo fatto il rover o la scolta per quattro anni, non ha mai fatto la Route, non ha mai camminato.
Il mio campo si svolge sul Monte Guglielmo [1] (non il K2, per intenderci) sul quale saliamo in due giorni e in due giorni scendiamo. Avete capito bene, salita e discesa in quattro giorni. Ebbene, quest’anno, per avere dichiarato in partenza il percorso, siamo stati accusati di terrorismo psicologico e molti allievi si sono ritirati dopo aver compilato la scheda iscrizione. Troppo muscolare, un campo troppo muscolare. Discriminante.
Da una parte sono stato orgoglioso perché nessuno in vita mia mi ha mai dato del muscolare e chi mi conosce credo stia già ridendo.  Dall’altro mi sono molto stupito.
Anche le reazioni “on the road” sono state molteplici. I più, fortunatamente, non hanno battuto ciglio. Ma una minoranza non indifferente ha manifestato meraviglia per la fatica delle salite (ammazza, me vedo i piedi ad ogni passo!), per i pascoli erbosi (me pensavo che l’erba se fumava e’bbasta), per le malghe, per il panorama (possibile che si veda così lontano?), per la vetta (non erano mai saliti su di un monte).
Abbiamo spiegato che quel sudore che ti invade tra schiena e zaino, condito con senso di stanchezza, non è una malattia, ma è semplicemente “fatica”, che ti coglie in salita, ma a volte anche in discesa, se cammini per qualche ora. Abbiamo sperimentato che piantare la tenda a 1800 m, e magari prendere una leggera nevicata di maggio, non porta all’assideramento istantaneo. Alla fine del campo però c’è sempre qualcuno che muove l’accusa di rambismo (la maggior parte è contenta, e ci vuol portare la comunità capi in uscita, diciamo anche questo).
Pertanto ci siamo informati: “che route avete fatto nella vostra esperienza?” E così salta fuori che non pochi non hanno mai camminato.
Route a Sant’Antimo, incontri di spiritualità; poi servizio internazionale in Albania, per carità una scelta nobile; esperienza antimafia in Sicilia, nobilissima causa; e un servizio in un orfanotrofio in Romania. Tutte esperienze contemplate dal metodo, nobilissime che fanno onore a chi le propone e a chi le fa. Tanto di cappello.
Ma Roverismo niente. E per Roversimo intendo zaino, tendina, fornello, un itinerario, una meta e in mezzo alcune ore (non mezz’orette) di cammino. Per ore intendo non meno di 5 al giorno.
A volte mi viene il dubbio che il servizio diventi un alibi, una maschera della pigrizia (dei ragazzi, dei capi?) per non fare fatica, per non fare ciò che ci rende rover: la Strada. Perché, parliamoci chiaro, le settimane di servizio dei clan troppe volte si risolvono in qualche lavoretto inventato per loro giusto per tenerli occupati qualche ora. Una settimana ti fanno portare le pietre da qua a là. E la settimana dopo, all’altro clan, da là a qua. O pelare piselli e fare la conserva per il proprietario del terreno presso cui fai “servizio”. Poi ci s’ingiochicchia e si fanno belle discussioni e verifiche. E i capi clan devono rincorrere gli imboscati di qui e di là.
E per molti le uscite di clan sono diventate un andare a dormire in un oratorio a due ore di treno, fare cartelloni, giochi vari di psicodinamica, andare a Messa, pranzare cucinando sui fornelletti e farsi venire a prendere dai genitori perché si è perso il treno di ritorno.
Strada, mai fatta. Ah, sì una volta, dalla stazione all’oratorio del Duomo, c’erano 3 chilometri, che nebbia e pioviggine, una vera avventura.
Ma a metà ci siamo fermati per fare progressione personale.
Dopo un km e mezzo, o un buon krapfen, o la progressione personale. Quel sabato Birbes [2] era chiuso.

                                                                                                                                      Edo Martinelli
(da Scout Notizie, AGESCI Brescia)






[1] Il monte Guglielmo è una montagna di circa 2000 m. in val Trompia,  poco distante da Brescia.

[2]  Birbes è una forneria / pasticceria di Brescia, famosa per i sui insuperabili krapfen ed è proprio a metà strada tra la stazione e il centro città.

Nessun commento: