Il Papa scrive ai partecipanti
"Cari giovani, pensate in grande, vivete non vivacchiate!"
del Festival Nazionale della gioventù cattolica in Olanda, ed esorta ad essere "rivoluzionari" secondo il programma di vita delineato da Gesù attraverso le Beatitudini
di Salvatore Cernuzio
- Vivere, non vivacchiare. È l'esortazione di Francesco a tutti i giovani
dell'Olanda, radunati in questi giorni nell’Abbazia di Mariënkroon, a
Nieuwkuijk, per il Festival Nazionale della gioventù cattolica. In un messaggio
ai partecipanti, il Pontefice ha ribadito l'invito alle nuove generazioni ad
essere "rivoluzionarie", a "pensare in grande", a vivere "esperienze intense" e
non accontentarsi di una vita mediocre, ma seguire l'esempio di coraggiosi
testimoni di fede come il Beato Piergiorgio Frassati.
Soprattutto, scrive il Papa, sono le Beatitudini il segreto per condurre uno
stile di vita “nuovo, puro e intenso”. Perché "vivere senza una fede, senza un
patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è
vivere, ma vivacchiare”. Inoltre, aggiunge il Santo Padre nel suo messaggio, le
Beatitudini propongono “un modello di felicità contrario alla logica del mondo”:
"Quelli che Gesù chiama Beati, il mondo li definisce inutili, perdenti”,
scrive.
In tal senso la lista di "Beati..." pronunciata da Cristo e riportata nel
Vangelo di Mattero si può definire rivoluzionarie: essa non glorifica quegli
ideali mondani di “successo ad ogni costo, ricchezza, potere” o, peggio,
“l’affermazione di se stessi a danno degli altri”. Per questo il Papa ha voluto
che fossero proprio le Beatitudini il centro delle riflessioni che scandiscono
il percorso della Gmg 2016 di Cracovia.
Gesù, osserva il Papa, attraverso questo elenco di virtù, offre una
“definizione molto differente di ciò che significa beato: mostra la via per la
vita e la felicità autentica”. Mostra cioè se stesso. “Gesù stesso è la via”,
sottolinea infatti il Pontefice, “attraverso la sua vita ci ha mostrato
concretamente come vivere ognuna delle Beatitudini”. E, con la sua morte e
Risurrezione, ha donato ad ognuno la sua infinita misericordia.
Allora “contempliamo Gesù nella sua povertà, la sua purezza di cuore e la sua
misericordia", perché solo così - dice il Santo Padre - possiamo comprendere "la
bellezza della nostra vocazione cristiana". L'invito è quindi a non esitare "ad
avviarci sulla strada che conduce alla vera felicità”: “Non abbiate paura di
Cristo", esorta Bergoglio, citando alla lettera il suo predecessore Benedetto
XVI, "Lui non vi toglie nulla e vi dona tutto”.
"Vi incoraggio a prendere sul serio le parole di Dio - conclude il Pontefice
- Dite no ad una cultura effimera, superficiale e dello scarto, una cultura che
non vi ritiene forti, che vi ritiene incapaci di affrontare le grandi sfide
della vostra vita". E soprattutto: "Pensate in grande!”
CITTA' DEL VATICANO, 30 Giugno 2014 (Zenit.org)
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