mercoledì 20 novembre 2013

Giovani oltre gli stereotipi. Sono studiosi e impegnati

Giovani oltre gli stereotipi.  Sono studiosi e impegnati

Presentato il Rapporto 2013 di Istituto Toniolo e Fondazione Cariplo.
I ragazzi dichiarano di avere molta fiducia nella famiglia e nella scuola. Non sono schizzinosi: il 47% si adatta a impieghi pagati poco e il 46,5% svolge attività non coerenti con il titolo di studio. Il 48% è pronto ad andare all’estero per un’occupazione.
Hanno valori forti e sognano un Paese capace di aiutarli. E, invece, si trovano con istituzioni in cui nutrono scarsa fiducia: partiti e Parlamento sono bocciati senza appello, mentre si salvano l’Unione Europea e il Presidente della Repubblica Nonostante tutto, più della metà vuole una famiglia con almeno due figli. Un grande segno di speranza
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I giovani che non ti aspetti. Altro che bamboccioni, “choosy” (schizzinosi) e poco impegnati. Il “ritratto del giovane italiano”, che emerge dal Rapporto, curato da Ipsos per Istituto Toniolo e Fondazione Cariplo, presentato ieri alle Gallerie d’Italia di Milano, è di tutt’altro tenore e mostra una generazione (quella dei cosiddetti “millennials”, diventati maggiorenni do­po il 2000), che ha voglia di prendere in mano la propria vita, di costruire da sé il proprio futuro, ma si scontra con un sistema Paese incapace di offrire vere opportunità e so­stenere chi vuole mettersi in gioco.
Il lavoro  
Anche se l’80% dei giovani intervistati si dichiara «complessivamente soddisfatto» del proprio lavoro, leggendo tra le righe dell’indagine si scopre una realtà molto più articolata e, per certi versi, preoccupante, soprattutto sul versante della qualità del lavoro stesso. Il 47% del campione dichiara, infatti, una «bassa soddisfazione» del livello salariale raggiunto, anche se è costretto ad adeguarsi, mentre il 46,5% svolge un lavoro non coerente con il percorso di studio seguito. A dimostrazione di un grande spirito di adattamento, il 48% dei giovani italiani si dichiara pronto ad andare all’estero per migliorare le proprie opportunità di lavoro. Ma anche allontanarsi dalla famiglia di origine, persino espatriare non è garanzia di successo. Il 65,3% dei maschi e il 61,8% delle ragazze che ci hanno provato, dopo un periodo di autonomia lontano da casa, sono tornati a bussare alla porta dei genitori perché costretti a rientrare. In questo la crisi economica ha giocato un ruolo importante, dato che il 46,7% di chi oggi è senza lavoro, l’ha perso alla scadenza del contratto che non è più stato rinnovato.
La famiglia
Tra le certezze della vita, gli intervistati al primo posto mettono, ancora una volta, la famiglia. E questo vale sia per il nucleo di origine, sia (e a maggior ragione) per la famiglia che desiderano formare. Per il 76,5% la famiglia «tiene» e per l’84% l’esperienza familiare è stata di aiuto nel coltivare le proprie passioni e nell’affermarsi nella vita. L’87,8% trova nella famiglia di origine un sostegno nel perseguire i propri obiettivi. Forti di un’esperienza positiva, per la gran parte degli intervistati, i giovani desiderano allora formarsi una fa­miglia propria e la sognano numerosa. Il 57,9% delle ragazze e il 53,3% dei ragazzi vuole mettere al mondo almeno due figli e solo una minoranza (il 5,5 % delle donne e il 9,3% degli uomini) pensa di non averne.
Le istituzioni
Bocciate senza appello. I giovani intervistati per il Rapporto 2013 non hanno certo risparmiato critiche alle istituzioni, verso cui non nutrono grande fiducia. Anzi, scorrendo i giudizi espressi si può appunto parlare, come fanno i ricercatori, di «solenne bocciatura».
All’ultimo posto si trovano i partiti politici, che hanno ricevuto la sufficienza (voto maggiore o uguale a 6) appena dal 9,2% del campione.
Non va molto meglio al governo, sufficiente per il 17%, mentre i sindacati sono riusciti a strappare un 6 al 29% degli intervistati. In cima alla graduatoria troviamo l’Unione Europea, promossa dal 41,8% dei giovani italiani, seguita dal Presidente della Repubblica (37,9%).  Molta fiducia è riversata sulla scuola (promossa dal 56,8%) e sulle forze dell’ordine (56,2%). Un discorso a parte merita la Chiesa cattolica, che ha ricevuto la sufficienza dal 53,2% dei giovani. Le interviste, però, sono state effettuate prima dell’elezione di papa Francesco.
Paolo Ferrario

IL PRIMO RITRATTO DEI “MILLENNIALS”
Il Rapporto giovani, promosso dall’Istituto Toniolo e dalla Fondazione Cariplo, è stato realizzato dal centro ricerche Ipsos su un campione di 9mila persone tra i 18 e i 29 anni, che sarà seguito per cinque anni. «L’impostazione della ricerca – spiega il demografo dell’Università Cattolica, Alessandro Rosina, tra i curatori dell’indagine – consente un esame approfondito di importanti passaggi biografici degli intervistati, come la conclusione del percorso formativo, l’entrata nel mondo del lavoro, l’abbandono della famiglia di origine o la nascita del primo figlio». I temi dell’indagine, in una dimensione generale, riguardano i valori, le aspettative, i progetti e le scelte di vita dei giovani, la loro percezione della Chiesa, la fiducia nelle istituzioni, il loro ruolo nella società civile e il rapporto tra le generazioni. Nello specifico, i giovani sono intervistati su grandi temi: la scuola, il lavoro, le nuove tecnologie e i nuovi linguaggi, lo sviluppo sostenibile, la partecipazione e l’impegno sociale.
«Scopo fondamentale del Rapporto – prosegue Rosina – è comporre il più approfondito e articolato ritratto della generazione dei millennials, cioè di coloro che hanno raggiunto i 18 anni nel nuovo millennio, una fascia di popolazione cruciale per comprendere l’evoluzione della società italiana nel breve­medio


Avvenire, 19.11.2013. pag. 5

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