Una Base scout: un luogo, uno spirito
"C'è voluto un po' di tempo,
ma credo di aver capito che la Massariotta non è un posto, ma è un modo di
guardare le cose, un modo di essere e di fare le cose. Ed è forse per questo
che anche così lontano, dopo tanti anni che non torno alla 'nostra' Base, in un momento di stress da
lavoro, quando ti rendi conto che nonostante tutto hai fatto veramente ed
onestamente tutto ciò che avevi da fare… beh, allora sì che ti senti alla Massariotta….
Ogni tanto mi viene tanta nostalgia della Base, riaffiorano tanti ricordi,
tanti suoni, tante sensazioni, tanti volti… Rivedi tanti amici e ricordi che
c'è uno stile per fare ogni cosa, uno stile per vivere bene!"
Mi è sembrato opportuno riportare
alcune frasi da una lettera recentemente pervenutami da parte di un giovane che
a 14 anni ha partecipato al suo primo campo di specializzazione, poi - per
alcuni anni - ha proseguito nel dare una mano alle varie attività e, poi,
immerso nei problemi del lavoro e delle
vita quotidiana, si era perso di vista. Ogni anno per venire alla Base
percorreva -a sue spese- circa un
migliaio di chilometri. Di simili testimonianze ne abbiamo diverse in ogni
Base.
Non voglio celebrare questa o
tal'altra Base scout. Far memoria serve soltanto se ci aiuta a proiettarci
verso il futuro.
La Base scout è certamente un luogo
fisico che deve essere nel contempo 'bello ed utile'. Bello perché
inserito in un ambiente affascinante, utile perché deve essere idoneo a fornire
a chi lo frequenta stimoli all'avventura ed all'impegno. Un bosco, un lago, un
fiume, il mare, strutture ben fatte e ben inserite nell'ambiente (non
concentrate in un sol punto), costruzioni che facciano sognare e facciano
scattare la molla dell'avventura, alcuni angoli
'selvaggi', l’angolo che ti
invita alla riflessione e alla preghiera, una opportuna distanza da vie di
comunicazione rumorose, sentieri che ti permettano di andare lontano in
esplorazione… sono caratteristiche che danno significato alla Base e la rendono
viva. Gli angoli, le costruzioni, la sistemazione delle tende e delle cucine…
tutto è fatto con arte, in maniera adeguata all'ambiente, e deve rispondere a
canoni di esteticità e di funzionalità,
nonché di sicurezza. L'ordine e la pulizia
sono curati sempre (piuttosto che alla fine di un'attività). I tempi e
le azioni sono in armonia con il creato e con i valori espressi dalla Legge
scout.
La storia di una Base scout non è principalmente
storia di strutture più o meno belle, più o meno complete; anche se queste, pur
nella loro semplicità, testimoniano mille sacrifici e tanta generosità, rendono
visibile la capacità di tradurre il dire nel fare, pur quando c'è da pagare di
persona; anche se queste debbono divenire sempre più funzionali agli scopi
educativi che ne giustificano l'esistenza.
Perciò, una Base scout è anzitutto un luogo ideale che ti resta dentro il
cuore per tutta la vita. Non sterile nostalgia, ma impegno a vivere in ogni
luogo la Legge Scout, a saperti giocare pienamente ed a fare della tua vita
un'avventura meravigliosa. Essa è storia
di ragazzi che conquistano e rafforzano la capacità di far sempre meglio. E'
storia di capi che mettono a disposizione la loro competenza (educativa e
tecnica) al servizio dei più giovani. E' storia di persone lungimiranti,
impegnate costantemente a migliorare la qualità del servizio e delle strutture. Essa è luogo di avventure e di maturazione,
di incontri e di conquiste, di laboriosità e di servizio. Essa è testimonianza
concreta e tangibile di ciò che le guide e gli scout sanno fare.
Perciò ogni Base diviene luogo concreto ove vivere la meravigliosa
avventura dello Scautismo, spazio fisico ed ideale di riferimento per
quanti vi passano; ambiente ove educarsi a costruire il bene comune, migliorare
l'arte di relazionarsi con le persone e le cose, affinare la capacità di ideare
e realizzare progetti, apprendere a mettere le proprie risorse al servizio dei
fratelli e della comunità.
La 'Base' con le sue tradizioni, con le 'sue' persone che ne assicurano continuità di gestione e qualità
di attività, con i suoi eventi a largo respiro, con le sue caratteristiche strutturali ed ambientali
costituisce un luogo di memoria e di progetto. E' un ambiente che 'parla', che
fa ricordare e sognare, è testimonianza concreta di un cammino associativo. Nella storia dell'Associazione abbiamo
diversi esempi di Basi che hanno
'lasciato una traccia'. Si pensi, ad esempio, a Colico, Pratovecchio e
Bracciano, alle Basi del Settore Specializzazioni e dei Nautici, ai Centri
scout internazionali …. Sono luoghi divenuti punti di riferimento per tanti
capi e per tanti ragazzi.
Ogni Base ha un patrimonio di risorse umane e
materiali, testimonia il passaggio di
tanta gente, è amorevolmente curata da un responsabile e da una equipe di
volontari che ne garantiscono la gestione e la continuità, da comunità capi e
r/s, da singoli capi che prestano il loro generoso servizio per assicurarne la
funzionalità
e migliorane le strutture. Senza progettualità, senza continuità di gestione,
senza una vivace ed adeguata presenza di scout la Base diviene fragile, la sua storia diviene effimera. Chi è chiamato a gestire la Base deve avere competenza gestionale, educativa, metodologica e tecnica, capacità animative ed interattive, buon conoscitore della Base e delle sue opportunità: un qualificato punto di riferimento (e di orientamento) per coloro che fruiscono della Base; persona capace di garantire continuità e qualità.. non può essere un "funzionario", un controllore, un "esattore dell'obolo", un portiere, un amministratore ...
La Base è un 'luogo
che parla e che insegna'. Essa è uno
'spazio pedagogico'. Ogni angolo, ogni struttura, ogni albero ha tante storie
da raccontare. Decine e decine di capi vi iniziano e/o completano il loro iter
di formazione; decine e decine di unità hanno la possibilità di svolgere
attività in un ambiente affascinante, a stretto contatto con la natura. Decine
e decine di ragazzi hanno l'opportunità di incontrare capi ed eventi significativi; cento e cento
amicizie vi nascono e si rafforzano; tante competenze si consolidano e si
accrescono.
Nella Base le unità o gruppi di scout possono attuare
i loro progetti, possono apprendere ad
impegnarsi per costruire e salvaguardare un bene comune,
perché la Base scout è un "patrimonio comune": non appartiene ad una persona o ad un gruppo
di persone, essa appartiene all'Associazione, anche se necessariamente viene
gestita da un responsabile e da un gruppo di adulti che operano per conto ed in
nome dell'Associazione.
Nella Base si deve respirare aria di famiglia, una
famiglia aperta ed accogliente, una famiglia operosa e gioiosa, una
famiglia intenta a conquistare valori duraturi.
La Base scout è una risorsa per
il territorio in cui è inserita, sia per le unità scout che per le scuole,
le associazioni, le parrocchie. Se essa
è viva diviene punto di riferimento, diviene risorsa culturale ed economica: è
un luogo 'aperto' che viene vivificato dall'attività di chi vi opera.
E' bene che ogni Base abbia un gruppo di persone disponibili e competenti nell'organizzazione
e nell'animazione, un'equipe che possa mettersi a disposizione di chi lo
desidera, che sappia sperimentare, che produca sussidi, che aiuti i capi e
quanti utilizzano la Base a valorizzare pienamente le risorse presenti
nell'ambiente. La Base diviene, allora, laboratorio permanente ove si
sperimenta l'avventura, ove si sperimentano vecchie e nuove tecniche, ove si
progettano e si vivono attività adeguate ai ragazzi ed ai capi, ove si sperimenta la legalità e l'esteticità (il
bene ed il bello), l'operosità e la concretezza. Non voglio idealizzare
una Base scout, desidero soltanto sottolinearne la forte 'valenza
educativa' che essa ha e la necessità che
le Regioni, le Zone, i Gruppi sappiano valorizzare ed incrementare
questo prezioso patrimonio ideale e concreto.
Perciò, è necessario sostenere lo sviluppo
qualitativo (ed anche quantitativo) dei centri scout. E non solo a parole. Lo stesso
Baden-Powell spesso sollecitava i capi e
i responsabili ai vari livelli perchè fornissero ai ragazzi luoghi specifici
ove sperimentare lo scouting.
Bisogna saper investire e saper utilizzare idoneamente
le risorse che abbiamo. E’ opportuno utilizzare le Basi scout (specialmente quelle
più significative) per lo svolgimento di campi scuola e di attività ai vari
livelli. E' opportuno valorizzare pienamente le risorse (umane, ambientali….)
che ogni Base possiede.
Ad esempio, svolgere un campo di
formazione metodologica o associativa in
un ambiente qualsiasi, privo di identità, carente di stimoli è un disinvestimento sia economico che
metodologico. Qualsiasi programma di attività formative deve 'incarnarsi' in un
luogo; ogni attività educativa deve lasciare un segno. Chi programma deve
sapere idoneamente utilizzare i
'talenti' di ogni ambiente. Fare Scautismo è, infatti, educare i ragazzi a
vivere con pienezza, con competenza, con responsabilità nel mondo. Ma ciò si impara attraverso la
vita quotidiana, mediante attività specifiche e stimolanti in un 'determinato
luogo ', con 'determinate persone '.
In una delle numerose lettere che
pervengono da parte di ragazzi si legge : "Lo spirito della Massariotta
mi ha pervaso. Il modo di agire dei capi, la loro disponibilità, lo stile e la
capacità di servizio delle scolte e dei rovers, la spiritualità, la gioia, le
intense attività….. Uno spirito che continuo a portare con me e che mi aiuta a
maturare. Ma soprattutto l'avventura, un'avventura meravigliosa!"
Giovanni
Perrone
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