Non ribellarti! Ascolta i consigli del tuo Angelo custode"
Nella festa dei Santi Angeli Custodi, il Papa ricorda questo "compagno di viaggio" che non è frutto di una "dottrina fantasiosa", ma una presenza reale che Dio ci ha posto accanto per non sbagliare
di Salvatore Cernuzio
Non è una favoletta per bambini l’angelo custode: lui esiste, è una persona
reale, un compagno che Dio ci ha posto accanto nel cammino della nostra vita.
Nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria dei Santi Angeli Custodi, Papa
Francesco a Santa Marta richiama l’attenzione su questa bella figura che la
tradizione della Chiesa presenta come colui che ci custodisce, ci illumina e ci
governa.
“Se uno di noi credesse di poter camminare da solo, sbaglierebbe tanto”,
sottolinea infatti il Papa; Dio ci ha messo a fianco questo essere celestiale
per farci sentire ancor più vicina la Sua presenza. E qualora uno si sentisse
autosufficiente - avverte Bergoglio - cadrebbe “in quello sbaglio tanto brutto
che è la superbia: credere di essere grande”.
Invece Gesù - e le letture del giorno lo rimarcano - insegna agli apostoli ad
essere come i bambini. I discepoli, infatti, erano tutti presi da una disputa
interna su chi fosse il più grande tra loro. “Eh, il carrierismo, eh?”, sospira
Papa Francesco e osserva: “Questi che sono i primi vescovi, avevano questa
tentazione del carrierismo. ‘Eh, io voglio diventare più grande di te …’. Non è
un buon esempio che i primi vescovi facciano questo, ma è la realtà”.
Gesù spiega allora ai suoi apostoli quale sia il vero atteggiamento da
seguire: quello dei bambini. Ovvero: “la docilità, il bisogno di consiglio, il
bisogno di aiuto, perché il bambino è proprio il segno del bisogno di aiuto, di
docilità per andare avanti…”. Più si è vicini all’atteggiamento di un bambino,
più ci si avvicina “alla contemplazione del Padre”, rimarca il Santo Padre.
Il primo passo per farsi bambini è proprio ascoltare con cuore aperto
l’Angelo custode. Lui, come insegna la Chiesa, “ci fa sentire le cose”: “Quante
volte – dice il Papa - abbiamo sentito: ‘Ma … questo … dovrei fare così, questo
non va, stai attento’. Tante volte! È la voce di questo nostro compagno di
viaggio”.
Allora dobbiamo stare sereni e “non ribellarci”, certi “che lui ci porterà
alla fine della nostra vita con i suoi consigli”. La ribellione, infatti –
ribadisce il Pontefice - “la voglia di essere indipendente, è una cosa che tutti
noi abbiamo; è la superbia, quella che ha avuto il nostro padre Adamo nel
Paradiso terrestre: la stessa”.
“Non ribellarti”, insiste ancora Bergoglio, “segui i consigli” del tuo Angelo
custode. Perché quando non vogliamo ascoltare la sua voce, è come dirgli: “Ma,
vai via!”. E attenzione a cacciare via il compagno di cammino. “È pericoloso”,
ammonisce il Santo Padre, perché “nessun uomo, nessuna donna può consigliare se
stesso”. Semmai puoi consigliare un altro, ma non te stesso.
Soprattutto “nessuno cammina da solo e nessuno di noi può pensare che è
solo”. “C’è lo Spirito Santo che mi consiglia, c’è l’angelo che mi consiglia”,
rassicura il Papa. E questa è la realtà, non una “dottrina sugli angeli un po’
fantasiosa”. Gesù stesso disse: “Io mando un angelo davanti a te per custodirti,
per accompagnarti nel cammino, perché non sbagli”.
Con questa consapevolezza, allora, è bene porsi oggi alcune domande: “Com’è
il rapporto con il mio angelo custode? Lo ascolto? Gli dico buongiorno, al
mattino? Gli dico: ‘Custodiscimi durante il sonno?’. Parlo con lui? Gli chiedo
consiglio?”.
Domande importanti da porsi – conclude Francesco – per aver ben chiaro quanto
sia reciproco il legame “con quest’angelo che il Signore ha mandato per
custodirmi e accompagnarmi nel cammino, e che vede sempre la faccia del Padre
che è nei cieli”.
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